CHIGI, Augusto
Nacque in Roma il 20 ott. 1662 da, Agostino, principe di Farnese, nipote del pontefice Alessandro VII, e da Maria Virginia Borghese.
Pur essendo indubbiamente le fortune della famiglia a Roma dovute in gran parte alla volontà di Alessandro VII, alla morte di quest'ultimo la posizione del nipote Agostino, che pure dovette lasciare le cariche fino allora ricoperte, era ormai solidissima. E negli ami seguenti, grazie anche all'influenza del cugino, cardinale Flavio, la famiglia Chigi si inserì completamente nell'alta nobiltà romana. La nomina del C., dopo la morte del padre Agostino (1705), all'alta dignità di maresciallo di Santa Romana Chiesa custode del conclave, concessa da Clemente XI Albani nel 1712, sanzionò definitivamente tale inserimento.
Estinti infatti i Savelli, che avevano per secoli conservato tale carica nella loro famiglia, con la morte di Giulio, il 5 marzo 1712, Clemente XI, contro l'opinione comune che già vedeva in Carlo Albani, nipote del pontefice, il nuovo titolare di tale dignità, mostrandosi alieno da ogni nepotismo, accolse la supplica del C., concedendogli, il 23 marzo, la carica, che da allora restò sempre nella famiglia Chigi.
Uno dei primi atti del C., dopo la sua nomina, fu quello di provvedere alla raccolta di tutti gli atti fatti rogare dai suoi predecessori nell'esercizio di tale carica, dal 1644 al 1700, in un Ragguaglio..., già pronto nel dicembre del 1713 in varie, copie, e più tardi pubblicato in estratti, essenziale ancor oggi per lo studio delle funzioni e delle attribuzioni della carica.
L'avvento della sedisvacanza segnava automaticamente l'inizio delle funzioni del maresciallo. Era suo compito la levata di un reggimento di seicento uomini, al comando di quattro capitani delle rote, da lui stesso nominati, per provvedere alla difesa del conclave; e durante tutta la durata di questo aveva la giurisdizione civile e criminale su tutti i soldati della guardia. Doveva inoltre, trasferendosi in un appartamento attiguo alla Sala Regia, custodire l'unico ingresso al conclave e soltanto lui poteva ammettere in Vaticano quanti, ambasciatori o ufficiali di corte e di Roma, avessero dovuto recarsi in udienza dai cardinali riuniti in conclave. Il maresciallo cessava le sue funzioni dopo la cerimonia dell'adorazione del nuovo pontefice.
Il primo conclave del C. fu quello del 1721 dal quale uscì eletto Innocenzo XIII e del quale il Mayer pubblicò la relazione originale del C. nel 1874. Tre anni più tardi, nel 1724, in occasione del conclave che portò al pontificato Benedetto XIII, il C. fu costretto a indirizzare, al nuovo pontefice una supplica per essere indennizzato in parte delle gravi spese sostenute. Ciò portò ad alcune innovazioni nella procedura. Al C. venne concesso un mensile di 1000 scudi per tutta la durata del suo ufficio; inoltre per la guardia del conclave si stabilì di ricorrere ad una compagnia scelta fra le truppe regolari di stanza in Roma, evitando così le gravi spese della levata di un reggimento ex novo. Infine venne abolita la giurisdizione speciale del maresciallo sulle truppe di guardia, essendo già queste ultime sottoposte alla giurisdizione militare. Il C. esercitò le funzioni della sua carica altre due volte: nel 1730, per il conclave dal quale uscì Clemente XII e nel 1740, per il conclave che portò al pontificato Benedetto XIV. In tale occasione egli indirizzò ai cardinali capi d'Ordine la richiesta di essere coadiuvato, data la sua tarda età (settantotto anni), dal figlio Agostino, principe di Campagnano, che gli subentrò il 28 giugno 1740. Di entrambi i conclavi si conservano le relazioni autografe del C. e, dell'ultimo, un diario, conservati nell'archivio di famiglia presso la Biblioteca Vaticana.
Pur risiedendo abitualmente in Roma, nel palazzo di piazza Colonna acquistato dal padre dagli Aldobrandini nel 1659 il C. amava recarsi spesso a Siena. Dei suoi numerosi soggiorni nella città toscana ci è rimasto un curioso documento, testimonianza della rapida fortuna della famiglia e dei suoi rapporti con i Medici. Si tratta di un piccolo incidente "diplomatico" illustrato dalle "ragioni per le quali non si stima conveniente che il ser.mo principe Francesco Maria di Toscana, governatore dello Stato di Siena, dia la mano nel proprio palazzo al sig. don Augusto Chigi... principe di Farnese...", documento conservato nella Biblioteca Vaticana, e nel quale si discetta a lungo delle origini e della fortuna della famiglia Chigi nonché della nobiltà delle famiglie dei vari pontefici.
Il C. seguendo l'esempio paterno preferì anch'egli legarsi con una famiglia di nobiltà pontificia, sposando, il 14 febbr. 1707, Maria Eleonora Rospigliosi, nipote di Clemente IX. Morì a Roma il 9 nov. 1744 e venne sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa di S. Maria del Popolo. Il figlio Agostino, primogenito, ereditò il titolo e il patrimonio paterni e gli successe nella carica di maresciallo nel 1740.
Fonti e Bibl.: Moltissimi documenti del C. si conservano nell'archivio di famiglia presso la Biblioteca Vaticana. Ci si limita quindi a fornire le indicazioni di quelli più rilevanti e relativi all'esercizio della sua carica. In particolare si veda quindi nella Bibl. Apost. Vaticana, Archivio Chigi,Maresciallato, fasc. 9, 10, 11 e Cod. Chig. R.II.67, e R.VII, dove si conservano le copie del Ragguaglio..., la nomina e il giuramento del Chigi. Inoltre vedi Mss. Chigiani, n.3137, cc. 57-58, con la nomina del C., il giuramento e le lettere di congratulazioni di varie corti d'Europa; n. 3138, cc. 33-48, con la relazione del conclave del 1721, cc. 65-68, con la relazione di quello del 1730, e cc. 136-148, il diario autografo di quello del 1740. Infine, nel cod. Vat. lat. 10.408, ff. 688-689, l'incidente dell'incontro del C. con Francesco Maria de' Medici. Sull'ufficio del maresciallato fondamentale il lavoro di N. Del Re, Il maresciallo di Santa Romana Chiesa custode del conclave, Roma 1962, con varie notizie biografiche sul C. (pp. 47-48, 100-102) e il breve di nomina (App. n. 15, p. 130). Vedi inoltre M. Mayer, Die Papstwahl Innozenz' XIII., Wien 1874, pp. 35 ss. (contiene la relaz. del C. del conclave del 1721); U. Frittelli, Albero geneal. della nobil fam. Chigi patrizia senese, Siena 1922, pp. 135-136; L. von Pastor, Storia dei papi, XV, Roma 1962, pp. 112, 414; R. Lefevre, App. per una storia di palazzo Chigi, in Studi romani, XI (1963), pp. 645-667.