FRANCHETTI, Augusto
Nacque a Firenze il 10 luglio 1840 da Alessandro e Cecilia Marini di Marsiglia.
La famiglia paterna, di antica origine mantovana e di religione israelitica, si era trasferita, per svolgere la propria attività commerciale, dapprima a Tunisi e quindi in Toscana. Il padre, uomo di ampia cultura e appassionato bibliografo, indirizzò il figlio verso gli studi classici, in un primo tempo privatamente; poi, dall'autunno del 1853, il F. passò a studiare a Marsiglia dove rimase sino al 1858, al conseguimento del baccalaureato in lettere.
Tornato in Toscana, nel 1858-59 frequentò i corsi universitari a Siena e, quindi, sino al 1862, a Pisa, nella facoltà di giurisprudenza, coltivando però sempre, con passione, anche gli studi letterari, storici e filosofici, in particolare di lingua e letteratura greca.
A Siena ebbe rapporti con validi studiosi come F. Bonaini, G.B. Giorgini, F. Lasinio, che gli fu insegnante di greco e influì profondamente sulla sua formazione. Contemporaneamente il F. attendeva allo studio delle lingue moderne, in particolare del francese e dell'inglese. Trasferito a Pisa continuò a dedicare molto tempo ai suoi interessi classici, storico-filosofici, economici e letterari, sotto la guida di A. D'Ancona, P. Villari e D. Comparetti.
Nell'ambiente ricco di fermenti politici dell'università pisana, il F. partecipò alle discussioni sempre più accese suscitate dagli eventi di quegli anni, esprimendo idee liberalmoderate. Svolse un'intensa attività di carattere sociale: fu tra i promotori della Società operaia fondata nel 1861 e, l'anno seguente, delle scuole serali per gli operai alle quali dedicò molte cure, impegnandosi perché fossero immuni da influenze clericali.
Nel 1862 si laureò e, dopo quattro anni di tirocinio nello studio legale di A. Mari a Firenze, iniziò la carriera professionale. Intanto, nel 1865, si era sposato con Eleonora Uzielli di Livorno, dalla quale ebbe due figlie.
Gli impegni professionali (pubblicò anche tre scritti giuridici: Del testamento olografo, in Annali della giurisprudenza italiana, I [1866-67], pt. III, pp. 108-165; Della esecuzione del testamento olografo, in Archivio giuridico, I [1868], 5, pp. 405-438; Del diritto di palco nei teatri, VII [1871], 2-3, pp. 201-232, 369-408) furono, però, un aspetto secondario della sua multiforme attività. Fin dal 1861, il F. aveva, infatti, iniziato a collaborare al quotidiano fiorentino La Nazione, dove per molti anni curò la rassegna drammatica, ma dove comparvero anche suoi articoli e recensioni su argomenti e testi di storia, diritto, letteratura, filosofia ed economia; dal 1867 cominciò una nutrita collaborazione alla Nuova Antologia, per la quale firmò spesso la rassegna drammatica. Inoltre fu ripetutamente chiamato a far parte di commissioni giudicatrici di concorsi pubblici relativi al mondo dello spettacolo. Già nel 1866 fu uno dei commissari del concorso per il premio governativo e per il premio Ristori riservati all'arte drammatica e lo fu di nuovo nel concorso del 1891.
In seguito i suoi contributi a La Nazione divennero saltuari; a partire dagli anni Ottanta, anche la collaborazione alla rassegna drammatica della Nuova Antologia fu meno frequente, mentre la sua firma apparve più spesso in un'altra rubrica della stessa rivista, il "Bullettino bibliografico", dove scrisse articoli critici su temi culturali e autori i più diversi, da R. Bonghi a B. Croce, da N. Bianchi a F.S. Nitti, da L. Capuana a G. Rovetta. Dal 1879 pubblicò nella Rassegna settimanale vari scritti e recensioni, soprattutto di carattere storico-politico e sempre ispirati dalle sue idee di moderato illuminato.
Nello stesso tempo il F. partecipava alla vita amministrativa fiorentina: nel 1872, entrò a far parte del Consiglio comunale e vi rimase sino all'aprile del '78. Venne rieletto nel 1882 e continuò a far parte dell'amministrazione comunale sino al 1903, ricoprendo, per due volte, la carica di assessore per la Pubblica Istruzione e per gli Affari legali.
Il F. fu appassionato sostenitore della Società delle scuole del popolo di Firenze, fondata nel 1868 da P. Dazzi, nella quale fu vicedirettore e insegnante. Più tardi ne scrisse anche la storia: Un esempio di scuola popolare in occasione dei torbidi di maggio (in Nuova Antologia, settembre 1898, pp. 311-333). Fu, inoltre, presidente dell'Università popolare di Firenze e segretario della Società promotrice degli studi filosofici e letterari.
Nel 1872 il F. entrò a far parte, e fu per molti anni segretario, del Circolo filologico di Firenze (fondato in quell'anno) che prese avvio da incontri e riunioni di personalità di particolare prestigio intellettuale, alcune delle quali frequentavano il "salotto" di Emilia Peruzzi Toscanelli.
Il Circolo fu assai attivo e organizzò importanti lezioni e conferenze, tenute da alcuni dei maggiori protagonisti della vita intellettuale italiana del tardo Ottocento, che andavano ben oltre l'ambito linguistico e filologico e trattavano problemi attuali, come quelli concernenti la rappresentanza politica proporzionale, l'istruzione femminile e l'ordinamento scolastico. Tra gli scopi che il Circolo si prefisse e attuò fu la diffusione dell'insegnamento delle lingue moderne straniere; istituì e svolse corsi di stenografia, mnemotecnica, calligrafia, ragioneria, musica, disegno. Un simile programma era, del resto, perfettamente consono alla mentalità e alla formazione culturale del F. che ne fu uno dei più convinti e tenaci sostenitori, come risulta dal suo opuscolo 1872-1897. Circolo filologico di Firenze. XXV anniversario della fondazione commemorato il 22 dicembre 1897… (Firenze 1897).
Fedele alle sue idee politiche, egli fu pure uno dei promotori della Società italiana di educazione liberale, fondata nel 1873 da Carlo Alfieri di Sostegno, l'associazione che, l'anno seguente, istituì, a Firenze, sul modello della parigina École libre des sciences politiques, la Scuola di scienze sociali "Cesare Alfieri". In questa scuola il F. fu chiamato nel 1884 all'insegnamento di diritto costituzionale. La prolusione del suo corso, Sullo svolgimento storico delle costituzioni moderne, fu stampata su La Nazione del 26 nov. 1884. Nel 1887, passò alla cattedra di storia moderna, pronunziando la sua lezione inaugurale sui rapporti tra La Rivoluzione francese e la Repubblica Napoletana del 1799 (ibid., 16 nov. 1887). Poco dopo, il F. conseguì la libera docenza in storia moderna presso il R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze; ove tenne, nel '90, il suo primo corso libero dedicato alle relazioni tra il Regno di Napoli e la Francia nell'età della Rivoluzione francese, dal quale trasse poi un saggio ben documentato Le relazioni diplomatiche fra la corte di Napoli e la Francia dal 1791 al 1793, secondo i documenti dell'Archivio degli Affari esteri di Parigi (in Riv. stor. del Risorgimento italiano, I [1895-96], pp. 601-636).
Interessato al dibattito sulle teorie dell'economia politica, aderì alla Società Adamo Smith, sorta a Firenze nel 1874, ispirata alle dottrine del liberismo della cosiddetta scuola di Manchester; per la sua preparazione nell'ambito degli studi economici, il F. fu eletto socio dell'Accademia dei Georgofili di Firenze. In questa istituzione fu, dal settembre 1884 al dicembre '90, segretario del carteggio e poi segretario degli atti.
Del resto, il F. fu socio o dirigente delle maggiori associazioni e sodalizi culturali fiorentini: dal 1878 fu socio corrispondente e, dal '96, socio ordinario della Deputazione di storia patria per la Toscana; dal 1880 socio corrispondente e, quindi, dal 1882, socio urbano della Società Colombaria fiorentina; dal 1889, anno della costituzione, socio della Società dantesca italiana, di cui fu segretario sino al '98. Fu pure uno dei soci incaricati di provvedere alla pubblicazione del Bullettino mensile che fu poi curato da M. Barbi. Alla Società donò, prima di morire, la pregevole raccolta dantesca riunita dal padre e da lui accresciuta. Nel 1890 fu eletto socio dell'Accademia della Crusca; dal 1894 al 1903 fu presidente del Comitato fiorentino della Società nazionale Dante Alighieri; infine, nel luglio 1901 fu eletto socio corrispondente per le scienze morali dell'Accademia nazionale dei Lincei.
Questi molteplici impegni non lo distolsero dal costante interesse per la lingua, la storia e la cultura della Grecia antica. Nel 1864 pubblicò a Firenze, traducendola dall'inglese, la Storia di Grecia dai tempi primitivi fino alla conquista romana, con giunta di capitoli intorno alla storia delle lettere e delle arti di William Smith. Soprattutto si dedicò a tradurre in vario metro le commedie di Aristofane, che il Comparetti annotò premettendovi un'introduzione. Videro la luce: Le nuvole (Firenze 1881), Le rane (Città di Castello 1886), Gli uccelli (ibid. 1894), I cavalieri (ibid. 1898), Il Pluto (ibid. 1900) e Le donne a parlamento (ibid. 1901); postume, a cura del Comparetti, Le donne alle Tesmoforie (ibid. 1905) e La Lisistrata (ibid. 1911).
Un altro ambito di studi del F. fu quello storiografico. Per la Storia generale d'Italia, promossa dall'editore Vallardi e diretta da P. Villari, ebbe l'incarico di trattare il periodo compreso tra il 1789 e il 1814. Ma egli, conoscendo la propria tendenza a procedere con grande cautela e mediante un'ampia consultazione di fonti e bibliografia, e la vasta citazione di documenti letterari coevi agli avvenimenti, decise di limitare la sua opera al 1799 (Storia d'Italia dopo il 1789, Milano 1878, VI volume della "Storia generale d'Italia"). Negli anni successivi, il F. continuò un attento lavoro di ricerca sul periodo già trattato; quindi, nel 1889, pubblicò una serie di articoli sulla Nuova Antologia: Della Rivoluzione francese e della coscienza politica nazionale in Italia. Parte prima (1° aprile, pp. 417-429); Parte seconda (16 giugno, pp. 672-694); I governi d'Italia e la Rivoluzione francese (1° dicembre, pp. 465-486); I popoli d'Italia e la Rivoluzione francese (16 dicembre, pp. 613-633). I risultati di queste nuove ricerche confluirono, poi, nella seconda edizione del volume precedente che intitolò Storia moderna dal 1789 al 1799.
Questo fu pubblicato dal 1900 a dispense, come tutti i volumi di quella collezione del Vallardi. L'ultima dispensa, uscita postuma nel 1905, si arrestava all'inizio del V libro; il compimento fu affidato a F. Lemmi che aveva già collaborato alle note bibliografiche dei primi libri.
In questa edizione il F. spiegava esplicitamente il criterio ispiratore da lui seguito: "Tra mezzo alle fortunose vicende del memorabile decennio, che corse dal 1789 al '99, si maturarono in Italia i germi di una coscienza politica nazionale: studiarne le ragioni riposte e coglierne le prime manifestazioni, con la scorta di testimonianze e documenti del tempo, è il fine che si propone questa storia". Dove è evidente la sua piena adesione alla tesi delle origini rivoluzionarie del Risorgimento italiano e del suo stretto rapporto con gli eventi francesi del 1789-99 e con le campagne militari di Napoleone in Italia. Come pure della sua adesione alla scuola storica positiva è segno la sua costante ricerca di documenti e testimonianze del tempo; metodo da lui adottato anche ne I primordi delle signorie e delle compagnie di ventura (apparsa in La vita italiana nel Trecento, I, Storia, Milano 1892, pp. 75-143).
Altri scritti di carattere storico e letterario comparvero ne La Cultura (dal 1882), l'Archivio storico italiano (dal 1892) e Il Marzocco (dal 1900).
Il F. prestò la sua opera anche presso l'università (comunità) israelitica fiorentina, di cui fu presidente per ventisette anni. Fu pure uno dei più decisi promotori del trasferimento da Roma a Firenze del collegio rabbinico.
Il F. morì a Firenze il 22 febbr. 1905.
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. storico del Comune, Elenco dei componenti il Consiglio comunale, I, n. 8211; II, n. 8212; III, n. 8213; Ibid., Arch. della Comunità ebraica fiorentina, Libro dei verbali, 1896-1901; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 463 s.; A. D'Ancona, Dal 1789 al 1814…, in Nuova Antologia, 16 genn. 1903, pp. 202-204; G. Mazzoni, L'Ottocento, II, Milano 1964, ad Ind.; A. Del Vecchio, Commemorazione di A. F. con la bibliogr. de' suoi scritti, Firenze 1906 (ivi indicazioni di numerosi necrologi); Atti e mem. dell'Accad. toscana di scienze e lettere "La Colombaria", n.s., XXXI (1980), ad Ind.; La Società dantesca italiana 1888-1988. Convegno internaz., Firenze 24-25 nov. 1988, Atti, a cura di R. Abardo, Milano-Napoli 1995, ad Ind.