POLLASTRI, Augusto
– Nacque l’11 maggio 1877 a Bologna, primogenito di Cesare, bracciante agricolo originario di Colunga (frazione di San Lazzaro di Savena nel Bolognese), e di Clelia Grandi, tessitrice. Degli altri nove figli della coppia soltanto Gaetano e Linda giunsero all’età adulta.
Augusto fu mandato sin da giovane a lavorare nella bottega di Palazzo Pepoli del liutaio Raffaele Fiorini, allora già dimorante e ben inserito professionalmente in città, dove come garzone stipendiato a modesto salario settimanale avrebbe potuto aiutare la famiglia col suo contributo economico.
Fiorini prese a ben volere il ragazzo, rimasto orfano di padre nel 1894, e lo introdusse ai segreti della liuteria, offrendogli il compendio della propria vita artistica. Nel 1897, quando Fiorini si ritirò, il ventenne Pollastri cominciò a costruire violini, dimostrando un notevole e inaspettato talento.
Augusto presto si distinse per la forte personalità. Dopo la morte del maestro (1898) aprì bottega in via Castiglione 91, dove alternava il restauro e le riparazioni alla costruzione di strumenti ad arco da concerto. In breve si distinse, tanto che perfino il Liceo musicale di Bologna, su suggerimento del direttore, Marco Enrico Bossi, gli commissionò un intero quartetto (o forse quintetto, con un violino in più, come riferiscono alcune fonti) consegnato tra il 1910 e il 1911 (Il Resto del Carlino, 6 luglio 1911; gran parte di questo unicum è poi andato disperso, e nella collezione del Conservatorio di Bologna rimane soltanto il violoncello).
Dal 1913 circa cominciò ad avere in bottega un aiuto concreto anche dal fratello Gaetano, violinista, il quale già da tempo gli forniva quel sostegno di competenze musicali che a lui mancavano, ma che da quel momento non si limitarono più alla mera prova acustica degli strumenti.
Le cronache del tempo e il ricordo della cognata Luisa lo definiscono riservato, modesto e cortese. Chi ne apprezzava il lavoro di liutaio e ne ammirava la maestria nel restauro lo poteva frequentare in laboratorio, mentre fuor di casa era piuttosto schivo e non amava far parlare di sé.
Tra i contatti illustri con l’ambiente musicale spiccano l’amicizia con Alfonso Marconi, fratello di Guglielmo, uomo d’affari e collezionista di strumenti ad arco residente a Londra; col musicista e compositore spagnolo Pablo de Sarasate, che avendolo come curatore del suo prezioso Stradivari definì Augusto Pollastri «il mago della liuteria» (Arte liutaria, 1988, n. 12, p. 53); e quella collaborativa con Fridolin Hamma di Stoccarda. Fu anche il restauratore preferito del cavalier Giuseppe Strocchi di Cotignola, collezionista e autore di contributi critici sull’arte liutaria.
Morì nella sua casa di via Castiglione il 9 novembre 1927.
La scomparsa precoce, dopo breve e inaspettata malattia, definita incurabile, costrinse il fratello Gaetano a occuparsi sempre più di liuteria e ad abbandonare gradualmente la professione di violinista. Gaetano portò avanti il nome e lo stile di Pollastri fino al 1960, anno della sua morte.
Forte del suo buon gusto e dell’insegnamento classico maturato grazie a un apprendistato di altissimo livello, Pollastri perfezionò intorno al 1906 un modello originale, elegante e caratteristico, costruito con il metodo della forma esterna bolognese. Già nel 1913 Augusto, con i suoi strumenti originali, era considerato uno dei primi liutai al mondo. Nell’ultimo anno della sua breve carriera Pollastri ricevette prestigiose onorificenze: un diploma di Croce al Merito, la medaglia della Città di Fiume, il titolo di Cavaliere da Vittorio Emanuele III, un riconoscimento alle Esposizioni riunite al Littoriale di Bologna, la Medaglia d’oro all’Esposizione internazionale della Musica di Ginevra, riconoscimento per l’ultimo violino realizzato.
Il modello di Pollastri è stato molto seguito, imitato e copiato. Diversi violini presenti oggi sul mercato presentano falsificato il suo marchio a fuoco rappresentante due galletti che si affrontano, da lui introdotto qualche anno dopo aver inventato il modello. Costruì non più di 64 strumenti (54 violini, 5 viole e 5 violoncelli, secondo la stima pubblicata da Cesare, figlio di Gaetano, in Arte Liutaria, 1988, n. 12, p. 46), eppure numerosissimi sono i presunti 'Pollastri' in circolazione nel mondo, che ancor oggi danno adito ad accesi dibattiti.
Tra gli allievi che trassero particolare beneficio dai suoi insegnamenti vi furono, oltre al fratello Gaetano, il montenegrino Marco Dobretsovitch, stabilitosi poi ad Alessandria d’Egitto e al Cairo, e Giuseppe Lepri di Santarcangelo di Romagna.
Fonti e Bibl.: G. Strocchi, Tieffenbrucker: origine del violino, psicologia e fisiologia del violino, segreto di Stradivari. Biografia dei 15 liutai romagnoli contemporanei, Lugo 1913, pp. 45-53; W.L. von Lütgendorff, Die Geigen und Lautenmacher vom Mittelalter bis zur Gegenwart, 1922, p. 70; K. Jalovec, Italian violin makers, New York 1958, p. 270; U. Azzolina, Liuteria italiana dell’Ottocento e del Novecento, Milano 1964, ad ind.; K. Jalovec, Italstí Houslari - Italian Violin-Makers, Praha 1965, pp. 366 s.; Id., Encyclopedia of Violin-Makers, Praha-London 1968, p. 168; W. Henley, Universal dictionary of violin and bow makers, Brighton 1973, p. 916; C. Pollastri, Uno Stradivari bolognese. A. P., in Alla ribalta, IX (1977), p. 13; M. Brinser, Dictionary of 20th Century Italian Violin Makers, Irvington 1978, p. 57; R. Vannes, Dictionnaire universel des luthiers, I, Bruxelles 1981, p. 284; G. Nicolini, Liutai italiani di ieri e di oggi, dall’Ottocento ai giorni nostri, Cremona 1982, p. 571; M. Pollastri, Bologna: A living tradition of Violin Making, in The Strad, 1984, pp. 610-613; C. Moschella, Liuteria italiana moderna dall'Ottocento al Novecento, Cremona 1988, tav. XXXIII; C. Pollastri, Lettere al direttore, in Arte Liutaria, XIII (1989), pp. 8-18; Liuteria Italiana, principali scuole antiche e moderne, a cura di C. Vettori, Firenze 1989, p. 78; W.L. von Lütgendorff, Die Geigen und Lautenmacher vom Mittelalter bis zur Gegenwart, supplemento a cura di T. Drescher, Tutzing 1990, p. 70; C. Magrini, Augusto e Gaetano Pollastri: liutai in Bologna 1877-1960, Cremona 1990; C. Vettori, I Maestri del Novecento, Firenze 1992, pp. 108-111; 36 ème Congrès national de Lutherie et Archetèrie d’art. Conférences de Eric Blot & Roberto Regazzi, Montpellier - Le Corum 1994, ad ind.; E. Blot, Un secolo di liuteria Italiana 1860-1960, I, Emilia Romagna, Cremona 1994, pp. 15, 23, 45-53; A. Fuchs, Taxe der Streichinstrumente, Hofheim a.T. 1996, p. 165; La liuteria Italiana a Pechino, Museo della Storia - Pechino 26 maggio - 2 giugno 2000, Perugia 2000, p. 134; M. Pollastri, Gaetano Pollastri: una biografia, San Giovanni in Persiceto 2002; Il suono di Bologna: la grande liuteria bolognese tra ’800 e ’900. Eventi dedicati al maestro Raffaele Fiorini ed alla scuola liutaria del capoluogo emiliano. Bologna 7-22 dicembre 2002, Bologna 2002, pp. 53-61; A. Versari, Liuteria moderna in Emilia-Romagna, Torino 2002, pp. 126-145; J. Thöne, Italian & French violin makers, Grottammare 2003, pp. 112 s., 123, 133; G. Nicolini, Liutai in Italia. Dall’Ottocento ai giorni nostri, Ozzano dell’Emilia 2008, pp. 702 s.; A. Versari, La grande liuteria italiana, Cremona 2009, pp. 168-177; J. Dilworth, The Brompton’s book of violin and bow makers, London 2012, p. 476.