SEZANNE, Augusto
– Nacque a Firenze il 31 agosto 1856 da Giovanni Battista e da Lucia Valentini.
Non trova giustificazione la doppia scrizione Sezanne/Sézanne che talvolta ricorre nelle fonti bibliografiche.
Frequentò l’Accademia di belle arti di Bologna, seguendo i corsi di Antonio Puccinelli, Contardo Tomaselli e Tito Azzolini; nel 1878 ottenne l’abilitazione all’insegnamento del disegno. Professore di ornato presso l’Istituto di belle arti di Modena, tra il 1882 e il 1892 fu docente di elementi di ornato all’Accademia di belle arti di Bologna e insegnò all’Istituto Aldini-Valeriani per arti e mestieri.
Nel 1880 esordì all’Esposizione nazionale di Torino con il dipinto Requiem; in questa prima fase la sua attività pittorica s’inserì nella tendenza naturalistica dell’epoca, mostrando una predilezione per il genere paesaggistico spesso arricchito da venature simboliste (Tristezza autunnale). Sezanne prese parte alle grandi mostre organizzate nell’ultimo ventennio del secolo: la Nazionale di Milano del 1881, le Promotrici fiorentine del 1883 e 1884, l’Esposizione di Roma del 1883, l’Esposizione generale italiana di Torino del 1884, la Permanente di Milano del 1886, l’Esposizione nazionale artistica di Venezia del 1887, l’Esposizione emiliana del 1888 (per la quale realizzò anche il manifesto e il nuovo sigillo dell’università).
Fu attivo parallelamente nell’ambito della grafica e dell’illustrazione: dal 1886 collaborò con la casa editrice Treves per alcuni numeri dell’Illustrazione italiana e per le raccolte I mesi ed i fiori (1887); illustrò per la casa editrice Ricordi Carnaval Vénitien (1897) e l’album Le Serenate dele Mascare a Colombina (1891), oltre alle copertine delle riviste La Lettura e Musica e musicisti (1902, 1907); fu inoltre illustratore per gli annali di Novissima (dal 1899), per Emporium (1907, 1909, 1912) e per Vita d’arte (dal 1908). Nel 1889 uscì L’Eau, pregiato volume con testi di Alphonse Daudet, Charles Yriarte, Paul Arène e Henri de Parville, accompagnati da una raccolta di ventitré composizioni di Sezanne stampate a colori (Parigi, edizioni Rothschild).
Agli anni Ottanta dell’Ottocento risalgono i primi interventi di carattere architettonico e decorativo, annoverati soprattutto nel Trentino e nel Bolognese, per i quali si avvalse in più occasioni della collaborazione di Alfonso Rubbiani e della Gilda di S. Francesco: il restauro del castello di S. Martino a Minerbio (1883-85); la decorazione della sala per il pubblico della Cassa di risparmio di Trento (1889) e della sala consiliare del palazzo del Municipio di Rovereto (1889, cui seguì il restauro nel 1893 e l’ampliamento nel 1902-05); la progettazione di altare e suppellettili per la cappella di S. Antonio nella chiesa di S. Francesco a Bologna (1891-92); casa Stagni al ‘Canton de’ Fiori’ in via Indipendenza a Bologna (1880-92), manifesto del ‘florealismo bolognese’, per la quale realizzò la sistemazione edilizia e la decorazione in stile quattrocentesco (fregi policromi, sculture, rilievi); nel 1894, a Bologna, il restauro dell’appartamento cinquecentesco del marchese Carlo Alberto Pizzardi, le decorazioni interne nel palazzo dell’Amministrazione degli Ospedali, oltre a monumenti funebri nel cimitero della Certosa; il restauro e le integrazioni decorative dei fregi di palazzo Firmian a Trento (acquistato dalla Cassa di risparmio, 1899).
All’inizio del Novecento Sezanne fu impegnato a Rovereto nell’edificio della Posta centrale (1900-05) e nella ristrutturazione, decorazione e arredamento della nuova sede della Cassa di risparmio, già palazzo rinascimentale della famiglia Del Ben (1904-06), dove venne affiancato da maestranze locali, veronesi e bolognesi (tra cui il giovane Umberto Moggioli). Nel 1908 realizzò a Bologna, per l’azienda dolciaria Majani, l’omonima palazzina in stile liberty destinata a ospitarne il caffè-pasticceria (oltre a un laboratorio e una sala da ballo), considerata con casa Stagni tra i maggiori risultati della sua attività di architetto e decoratore. Seguirono la decorazione del palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme a Cavalese (1909-11, in collaborazione con Sigismondo Meyer e Moggioli); a Trento, la ristrutturazione e le decorazioni di casa Zelger (1913-14), le decorazioni nel castello del Buonconsiglio e i pannelli decorativi in affresco sull’arte della tessitura per la galleria Garbari (1925). Le numerose e importanti commissioni ricevute nell’area trentina contribuirono alla diffusione di un «gusto à la Sezanne» (Pasetti Medin, 2001, p. 64).
Gli stretti legami con l’ambiente bolognese (confermati dalla partecipazione al Circolo artistico di Bologna e alle mostre della Società Francesco Francia tra il 1899 e il 1905) si saldarono ulteriormente con l’adesione alla Società Aemilia Ars, fondata da Rubbiani nel 1898, che diede voce al liberty emiliano perseguendo sul modello delle Arts and crafts inglesi un miglioramento estetico nelle arti applicate. Il gruppo partecipò all’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna di Torino del 1902, dove ricevette un diploma d’onore.
Già membro della commissione conservatrice dei monumenti della provincia di Venezia, nel 1892 Sezanne vinse qui il concorso per la cattedra di decorazione all’Accademia di belle arti, dove sostituì Lodovico Cadorin. Ebbe quindi inizio il periodo lagunare dell’artista, che coincise con il rinnovamento della didattica e, più in generale, del panorama artistico locale. Superato il biennio di prova, nel 1894 Sezanne fu nominato docente titolare del corso speciale di ornato, incarico che mantenne fino al 1927; presso la stessa istituzione insegnò anche elementi di ornato all’interno del corso comune, plastica ornamentale, modellazione in creta e stili architettonici nel corso speciale di architettura (che tenne interamente nell’a.a. 1909-10). Tra i suoi allievi, oltre a Moggioli, si ricordano Bice Lazzari, Vittorio Zecchin e Guido Marussig.
Fu poi insegnante di elementi di disegno e composizione presso la scuola professionale femminile Vendramin Corner (alla Biennale del 1905 vennero esposti un velario e portiere a ricamo eseguiti su suo disegno presso i laboratori dell’istituto).
Fu tra i fondatori della Biennale, alla cui nascita parteciparono in larga misura i docenti dell’Accademia: fu membro del Comitato ordinatore nel 1895 (oltre che della Commissione generale consultiva e della Sottocommissione) e nel 1897; nella prima edizione collaborò alla decorazione del padiglione Pro Arte. Nel 1903, 1905 e 1907, in concomitanza con l’organizzazione delle Mostre regionali, fece parte con Rubbiani e altri della Commissione ordinatrice per la sala emiliana, allestendone gli interni. Nel 1924 partecipò ai lavori della Commissione di collocamento. Per l’Esposizione veneziana disegnò inoltre i manifesti e le locandine di dieci edizioni (1895-1920), il bozzetto per il logo (Leone di S. Marco ‘in moléca’, 1897) e il francobollo della prima edizione. A eccezione del 1910, vi espose ininterrottamente dal 1895 al 1932: accanto alle vedute, per la maggior parte veneziane (Il rio di donna onesta, 1901; Il Canal Grande in festa, 1922), presentò soggetti religiosi (La Madonna del mare, 1905), scene di genere (La tradita e I colombi di San Marco esposti nel 1928) e nature morte (le composizioni floreali degli anni Venti); numerosi furono gli acquisti da parte della casa reale, dello zar Nicola II di Russia, del Museo del Lussemburgo di Parigi, del ministero belga delle scienze e delle arti, della Cassa di risparmio e del Municipio di Venezia, della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Nel 1912, in occasione dell’inaugurazione del riedificato campanile di S. Marco dopo il crollo del 1902, ebbe una personale con venti dipinti, ricchi di spunti bizantineggianti, dedicati alla ‘Basilica d’oro’. All’artista, che l’anno precedente aveva provveduto al disegno per il francobollo del cinquantenario del Regno d’Italia (1911), si deve anche quello emesso per commemorare la ricostruzione del monumento veneziano.
A Venezia l’impegno in ambito architettonico e decorativo, pur più contenuto (nel 1900 la decorazione dell’ufficio del sindaco, nel 1915 casa Franceschini in campo S. Samuele), raggiunse esiti notevoli nella cappella Stucky presso il cimitero di S. Michele: commissionata nel 1900 dal facoltoso industriale svizzero Giovanni Stucky, con cui Sezanne concordò il programma iconografico, venne consacrata nel 1905 (il bozzetto per la vetrata fu esposto in anteprima alla Biennale del 1903). Per il complesso progetto (che comprese i mosaici, le vetrate policrome, i rivestimenti in marmo e le sculture in maiolica) furono coinvolti artisti e artigiani veneziani, bolognesi e tirolesi. L’opera, cui Rubbiani dedicò una monografia (1908), presenta una ricca decorazione interna di carattere naturalistico, sviluppata attraverso scene allegoriche (Il viaggio della vita, Glorificazione della morte), richiami simbolisti (l’albero della vita) e preraffaelliti che si discostano dalla tradizione e confermano l’evoluzione del linguaggio dell’artista verso lo stile secessionista in chiave neobizantina.
Sezanne prese parte ad alcune delle maggiori esposizioni internazionali dei primi decenni del secolo: nel 1904 ottenne una medaglia d’argento alla Louisiana Purchase Exposition per Vecchi mulini sul Po; nel 1910 progettò l’ingresso e la galleria della sezione italiana all’Esposizione universale di Bruxelles, dove venne insignito di onorificenze da parte del governo belga; all’Esposizione internazionale di Roma nel 1911 (nella Mostra di belle arti espose i progetti per la decorazione del padiglione italiano all’Esposizione di Bruxelles, premiati con medaglia d’argento; nell’Esposizione regionale, la ricostruzione d’ambiente per la sala veronese); nel 1913 alla I Esposizione internazionale d’arte della Secessione a Roma.
Dal 1909 al 1919 fu membro del Consiglio di vigilanza dell’Opera Bevilacqua La Masa (dove espose soltanto nel 1930).
Nel periodo bellico (dal 1917 al 1919) si trasferì a Bologna, comandato alla Sovrintendenza dei monumenti dell’Emilia. Dal 1915 al 1926 fu membro del Consiglio superiore delle belle arti di Roma; nel 1923 fece parte della commissione giudicatrice del concorso per il monumento ai caduti di Bologna, e nel 1930 della commissione edilizia del Comune di Venezia.
Con l’avvio della Scuola superiore di architettura di Venezia (che condivise inizialmente l’impostazione didattica e gli insegnanti con l’Accademia), Sezanne tenne la cattedra di disegno ornamentale e decorativo dal 1926 al 1933, cui si aggiunse in seguito quella di studi dal vero (nel 1932-33 lo affiancò Carlo Scarpa come assistente incaricato).
Morì a Venezia il 6 maggio 1935.
La Biennale gli dedicò, a pochi giorni dalla scomparsa, una personale di undici dipinti in occasione della Mostra dei quarant’anni (1935).
Fonti e Bibl.: Venezia, Archivio storico delle arti contemporanee della Fondazione La Biennale di Venezia, Raccolta documentaria, Serie Artisti, f. Augusto Sezanne; Venezia, Archivio dell’Accademia di belle arti, Docenti nati anteriormente il 1920, n. 10, f. Sezanne Augusto; Firenze, Archivio storico dell’Opera di S. Maria del Fiore, Registri battesimali, r. 179.
N. Brabantini [Nino Barbantini], Un poeta della morte. A. S., in L’Avvenire d’Italia, 9 settembre 1908; A. Rubbiani, La Cappella Stucky a San Michele in Isola. Opera di A. Sézanne. Venezia 1900-1905, Bergamo s.d. [ma 1908]; G. Damerini, Un’opera d’arte nel Cimitero di Venezia. La Cappella Stucky di A. Sézanne, in Emporium, XXIX (1909), 171, pp. 231-235; A. Sezanne, La Basilica d’Oro: visioni, in X Esposizione Biennale d’Arte (catal.), Venezia 1910; La Gloire de Saint-Marc. Vingt-trois gravures en couleurs d’après les aquarelles de A. Sézanne. Poèmes en prose de Gabriel Mourey, Paris 1920; P. Scarpa, Un pittore, decoratore e architetto: A. S., in Il Meridiano, 3 dicembre 1928; A. Sézanne, pittore ed architetto, Venezia s.d. [ma post 1933]; Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna (catal.), a cura di E. Contini - F. Solmi, Bologna 1977, passim; Alfonso Rubbiani: i veri e i falsi storici (catal., Bologna), a cura di F. Solmi - M. Dezzi Bardeschi, Casalecchio di Reno 1981; P. Pistellato, S., A., in La pittura in Italia. Il Novecento/1, 1900-1945, a cura di C. Pirovano, II, Milano 1992, pp. 1069 s.; A. Pasetti Medin, “Decoro, e senso di italiana armonia”: l’attività di A. S. per il Trentino, in Quaderni della Donazione Eugenio Da Venezia, 2001, n. 8, pp 59-69; Aemilia Ars 1898-1903. Arts & Crafts a Bologna (catal., Bologna), a cura di C. Bernardini - D. Davanzo Poli - O. Ghetti Baldi, Milano 2001, passim; C. Sant, S., A., in La pittura nel Veneto. L’Ottocento, a cura di G. Pavanello, II, Milano 2003, p. 823; N. Stringa, Venezia, in La pittura nel Veneto. Il Novecento, a cura di G. Pavanello - N. Stringa, I, Milano 2006, pp. 16 s.; E. Prete, A. S., in La pittura nel Veneto. Il Novecento. Dizionario degli artisti, a cura di N. Stringa, Milano 2009, p. 423; C. Fontana, A. S.: modernità e tradizione. I manifesti della Biennale dal 1895 al 1920, tesi di laurea, IUAV, a.a. 2011-12; I mosaici di A. S. per la Cappella Stucky a Venezia, a cura di L. Cavalletti, Padova 2017.