AULIDE (Αὐλις, Aulis)
Antico porto della Beozia, collocato su una roccia che si protende nel mare di Eubea, formando due piccole insenature nello stretto dell'Euripo, quasi di fronte a Calcide. È famoso dall'antichità, perché in esso un ben noto passo dell'Iliade colloca la raccolta delle navi greche per la spedizione di Troia; ma le due piccole baie del porto non avrebbero naturalmente potuto contenere in nessuna maniera le mille imbarcazioni enumerate nel Catalogo delle Navi. Vicino alla città era situato il celebre santuario di Artemide, dove Agamennone si accinse a sacrificare Ifigenia per propiziare all'impresa il favore degli dei; presso al santuario crescevano delle palme da datteri, fino a quasi completa maturazione dei frutti, e nelle vicinanze si additava la fontana di Agamennone. Dal porto di Aulide sarebbero partiti anche gli Eoli per la colonizzazione dell'Asia Minore.
In tempi storici, volle sacrificare nel porto, novello Agamennone, il re spartano Agesilao (v.) movendo verso l'Asia nel 397 a. C.; nel 313 vi sbarcò il generale di Antigono, Tolomeo, e nel 304 a. C. suo figlio Demetrio; infine nel 167 visitò il porto il proconsole L. Emilio Paolo. Ai tempi romani Aulide era una cittadina di pescatori e di vasai.
Le rovine odierne dell'antica località sono insignificanti; esse possono essere ora raggiunte con la linea ferroviaria Atene-Calcide, scendendo alla stazione di Schimatari, di dove si perviene al villaggio di Vathy, il porto del quale, ricordato anche da Strabone, corrisponderebbe a quello di Aulide.
A 9 km. ovest dalla baia vi è la cappella di San Nicola, costruita, secondo la tradizione, sui resti dell'Artemision, il luogo dove si sarebbe verificato il sacrificio d'Ifigenia.
Bibl.: Oberhummer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 2409 segg.; H. N. Ulrichs, Reisen und Forschungen in Griechenland, II, Berlino 1863, p. 38 segg.