AULNAY-DE-SAINTONGE
(lat. Aunedonnacum)
Città della Francia occidentale (dip. Charente-Maritime), segnata come Aunedonnacum nella Tabula Peutingeriana, nel sec. 10° fu sede di una viscontea dei conti di Poitiers, che in origine comprendeva anche la città di Melle. Nel sec. 11° fu per un breve periodo ceduta da Guglielmo il Grande al conte di Angoulême (ca. 1020-1030).Una chiesa di Saint-Pierre apparteneva già verso la metà del sec. 11° ai Benedettini di Saint-Cyprien di Poitiers e fra il 1119 e il 1122 essa passò ai canonici della cattedrale. In mancanza di documenti tutto porta a credere che sia stato il capitolo a iniziare la costruzione della chiesa attuale che rimase alle dipendenze dei canonici fino alla Rivoluzione francese, epoca in cui la regione di A. entrò a far parte del dip. della Charente-Inférieure (od. Charente-Maritime). La chiesa, restaurata nel sec. 15° (per quanto riguarda la facciata) e più volte fra il sec. 18° e il 20°, presenta una pianta a tre navate con transetto su cui si aprono due absidiole che fiancheggiano un coro profondo concluso a emiciclo. La copertura è in pietra; le volte a botte delle navate laterali contrastano le spinte della navata centrale, che di conseguenza non riceve alcuna illuminazione diretta: la luce si diffonde infatti solo attraverso le finestre laterali.All'esterno la costruzione, raccolta sotto una stessa copertura, appare come un unico blocco dominato da una torre campanaria la cui base nasconde una cupola su trombe. Si è molto discusso se la costruzione sia il prodotto di una o due campagne costruttive: si può propendere tuttavia per l'unicità del progetto, anche se numerose squadre di muratori e di scultori dovettero intervenire nel cantiere.I conci calcarei sono tagliati con regolarità e legati con poca malta. La decorazione architettonica è della massima eleganza, soprattutto all'esterno; i muri della navata sono ritmati da grandi arcate e gli angoli della facciata e del capocroce sono smussati da fasci di colonne. Archi ciechi inquadrano il portale, mentre nella facciata sud l'insieme è strutturato in modo complesso, in una sorta di trompe-l'oeil, a mo' di edificio d'abitazione privata; una piccola porta e un oculo sono le sole aperture, amplificate verso l'esterno da un gioco di archivolti. La decorazione si sviluppa secondo un principio di contrasto volutamente determinato. Così, all'interno, il coro appare nella più completa nudità, mentre alla sommità dei pilastri quadrilobati della navata i capitelli, dalla lavorazione rigorosamente identica, formano una serie ornamentale continua. All'esterno la decorazione si concentra invece unicamente all'altezza delle finestre, dove si susseguono le figure scolpite.La scultura di A. costituisce una brillante sintesi delle tendenze che caratterizzano le creazioni romaniche nei paesi dell'Occidente durante l'11° e 12° secolo. Sulla facciata O si dispone, nelle strombature del portale centrale, un programma estremamente colto; lasciando l'esterno per entrare nell'edificio si passa dal mondo, teatro della vita e delle attività dell'uomo, ma ordinate nel tempo da Dio (Zodiaco e Lavori dei mesi), alla visione dell'eternità: l'Agnello portato dagli angeli. Fra i due spazi si collocano il tema dell'attesa del giorno del Signore, la veglia prudente del suo arrivo (parabola delle Vergini sagge e delle vergini stolte), ma anche la lotta contro le forze del male (Virtù e Vizi). A N e a S, su due finti timpani inquadrati da una decorazione fitomorfa, sono rappresentati la Crocifissione di Pietro e Cristo tra Pietro e Paolo, santi patroni della cattedrale di Poitiers.La Lotta fra le virtù e i vizi si ritrova anche nella parte superiore della facciata sud e domina il portale che costituisce un esempio fra i più interessanti del repertorio romanico. È facile riconoscere nella zona centrale della strombatura i Vegliardi di Ap. 5, 8-10 - qui singolarmente rappresentati in numero di trentuno - che recano flaconi di profumi e strumenti musicali; seduti a raggiera, in atteggiamento ieratico, fanno contrasto con i ventiquattro santi che esprimono danzando la gioia della vita eterna; anch'essi recano vasi di profumi, simbolo delle preghiere che, sempre secondo l'Ap. 5, 9, salgono a Dio.La fascia esterna è invece dominio dello straordinario: agli animali e ai mostri conosciuti (grifoni, centauri, sirene, ecc.) si mescolano le più strane creature. Il mondo è rappresentato a rovescio, così come ricordano le favole (quella dell'Asino musicante), oppure sbeffeggiato (l'Asino che dice la messa). È, senza dubbio alcuno, il mondo del disordine e quindi del peccato. La fascia interna, con grifoni e centauri abilmente disposti entro fregi, sembra esprimere invece ancora altri significati.Nei capitelli della chiesa (Adamo ed Eva, Caino e Abele, Sansone e Dalila, S. Giorgio, elefanti, uccelli esotici su fogliami in forma di barca, maschere superbe, ecc.) la gioia dell'invenzione esplode dappertutto, sia nei gruppi di animali sia nelle composizioni vegetali. L'ispirazione attinta dal patrimonio gallo-romano e dal repertorio orientale si fonde con quella propria delle opere del sec. 11° e dell'inizio del 12°, d'ambito locale o realizzate altrove, in particolare nella Linguadoca. Nelle composizioni e nello stile si riconosce chiaramente l'adattamento delle sculture a un inquadramento architettonico prestabilito, quello del rosone negli schemi a disegno radiale e quello della strombatura laddove l'artista dispone le figure nel senso della curva.Lo stile, o meglio gli stili di A. si ritrovano in varie chiese, vicine e lontane. L'esame delle opere di Saint-Pierre permette di capire quale tipo di cantiere abbia lavorato ad A., che senza dubbio non fu un centro in cui venne elaborato uno stile particolare: furono chiamati a lavorarvi artisti in massima parte formatisi altrove e la loro personalità si arricchì dei mutui contatti; in seguito l'équipe esercitò la propria influenza globalmente, come per es. nei casi di Civray e di Varaize, oppure per opera di singoli artisti nell'ambito di altri cantieri. La diffusione di questo cantiere segnò le ultime, ma non meno importanti, espressioni dell'arte romanica in Occidente; il che giustifica senza dubbio alcuno la possibilità di collocare la data della costruzione verso il 1130-1150 e il suo influsso pressoché nello stesso periodo o nel decennio successivo e comunque, come peraltro molti autori hanno sostenuto, prima dell'inizio dei lavori della cattedrale di Poitiers (verso il 1160-1165).
Bibl.: J.-M. Brillouin, D'Aulnay et de son église, Bulletin de la Société Historique de Saint-Jean-d'Angély 2, 1863; R. de Lasteyrie, Etude archéologique sur l'église Saint-Pierre d'Aulnay, GA 11, 1886, pp. 277-292; G. Musset, Aulnay (Paysages et monuments du Poitou, 9), Paris 1894; C. Dangibaud, Réflexions critiques sur Saint-Pierre d'Aulnay et son influence, Recueil de la Commission des Arts et Monuments historiques de la Charente-Inférieure 20, 1927, pp. 140-157; J. Chagnolleau, Aulnay-de-Saintonge, Grenoble 1938; R. Crozet, L'art roman en Poitou, Paris 1948; C. Connoue, Les églises de Saintonge, 5 voll., Saintes 1952-1960; Y. Labande-Mailfert, Poitou roman (La nuit des temps, 5), La Pierre-quiVire 1957; R. Crozet, L'art roman en Saintonge, Paris 1971; R. Oursel, HautPoitou roman (La nuit des temps, 42), La Pierre-qui-Vire 1975; F. Werner, Aulnay de Saintonge und die romanische Skulptur in Westfrankreich, Worms 1979.M.-T. Camus