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PARRASIO, Aulo Giano

di Fausto GHISALBERTI - Enciclopedia Italiana (1935)
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PARRASIO, Aulo Giano

Fausto GHISALBERTI

Umanista, nato il 28 dicembre 1470 a Cosenza, ivi morto nel 1522; rifoggiò classicamente il suo nome di Giovan Paolo Parisio. Dopo essersi erudito nel greco a Lecce e a Corfù, aprì una scuola in Cosenza (1491); trasferitosi a Napoli, entrò a far parte dell'Accademia Pontaniana, e ottenne cariche e favori da Ferdinando II d'Aragona. Caduto in disgrazia del successore, riparò a Roma (1497), dove appartenne all'accademia di Pomponio Leto, finché non passò a Milano nel 1499. Vi rimase otto anni, e in questo periodo spiegò la sua maggiore attività filologica. Aprì una scuola, ebbe relazioni amichevoli con i principali umanisti, tra i quali il Calcondila, di cui sposò la figlia Teodora, occupò la cattedra di oratoria, e con il suo insegnamento critico contribuì a quel rinnovamento degli studî giuridici, di cui fu rappresentante il suo discepolo Andrea Alciato. Ma invidi detrattori, dalle polemiche passando alle accuse, furono causa del suo allontanamento da Milano nel 1506. Gli sconvolgimenti politici che seguirono al patto di Cambrai lo colsero maestro a Vicenza, donde successivamente peregrinò a Padova e a Venezia, ammalato e impedito al lavoro. Nel 1511 riprese in povertà la via della sua terra, e forse in questo periodo fondò l'Accademia cosentina. Chiamato a insegnare nel rinnovato ginnasio romano, v'iniziò nel 1514 la lettura dei principali autori latini, proseguita con plauso fino al 1517, anno in cui papa Leone X gli elargì un assegno vitalizio. Tornò a Cosenza nel 1521.

Il più importante e ricco dei suoi commenti è quello In Claudianum de raptu Proserpinae (Milano 1501), ma sono a stampa anche le sue annotazioni In Ovidii Heroidas (Venezia 1522), In Horatii Poeticam (Napoli 1531), In Ciceronis pro Milone orationem (Parigi 1567), un Breviarium rhetorices (Vicenza 1509) e l'edizione di Cornelio Nepote (Milano 1500). A monumento della sua dottrina, Enrico Stefano ne raccolse le epistole erudite, e le pubblicò a Parigi nel 1540 col titolo De rebus per epistolam quaesitis, ricca miscellanea di dotte chiose a passi difficili dei classici, alla quale fanno seguito estratti da varî altri scritti del P. stesso. Altri suoi commenti a Cicerone, Cesare, Livio, Floro, Valerio Massimo, Valerio Flacco, Catullo, Virgilio, Orazio, Stazio, giacciono inesplorati tra i manoscritti del P. passati in eredità al card. Antonio Seripando, e ora custoditi nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Erede e continuatore dei metodi del Valla, del Poliziano, del Leto, fu, secondo R. Sabbadini, "il più illuminato umanista e il critico più geniale del suo tempo". Recatosi a Bobbio, durante la sua dimora milanese, pose la mano su alcuni preziosi codici, e così salvò l'originale di Carisio e trasse apografi dei poemi di Draconzio e delle opere grammaticali di Probo, Vittorino e altri, che egli stesso pubblicò per le stampe a Milano (1504) e a Vicenza (1509). In altre biblioteche, forse di monasteri milanesi, rintracciò gl'inni di Sedulio e di Prudenzio e se ne fece editore (Milano 1501).

Bibl.: S. Mattei, notizia premessa all'ediz. delle Epistole, Napoli 1771; C. Jannelli, De vita et scriptis A. J. P., ivi 1844; O. von Gebhardt, Ein Bücherfund in Bobbio, in Centralblatt für Bibliothekswesen, V (1888), pp. 352-62; F. Lo Parco, A. G. P., Vasto 1899; R. Sabbadini, Le scoperte dei codici, I, Firenze 1905, p. 159.

Vedi anche
Demetrio Calcòndila Calcòndila (gr. Xαλκονδύλης), Demetrio. - Umanista (Atene 1423 - Milano 1511). Lasciata la patria nel 1449, insegnò greco a Perugia, a Padova, a Firenze (chiamatovi dal Magnifico); infine, dal 1491, a Milano. Ebbe discepoli A. Poliziano, G. G. Trissino, J. Reuchlin. La sua produzione si riduce agli Erotemata, ... Bernardino Martirano Scrittore e uomo politico (Cosenza 1490 circa - Napoli 1548), fratello di Coriolano. Partecipò al sacco di Roma al seguito degli imperiali; poi segretario generale del Regno di Napoli. Celebre la sua villa presso Portici (Leucopetra), ove ospitò principi (tra cui Carlo V) e letterati. Lasciò alcuni poemetti ... Bernardino Telèsio Telèsio ‹-ʃ-›, Bernardino. - Naturalista e filosofo (Cosenza 1509 - ivi 1588). Figura di rilievo nel quadro del pensiero filosofico del suo tempo, Telesio, Bernardino elaborò un naturalismo ilozoistico (cioè una concezione della natura come un tutto animato) che respingeva l'apriorismo metafisico dell'aristotelismo ... Arcadia (o Accademia dell’Arcadia) Accademia letteraria, fondata a Roma (1690) da G.V. Gravina, G.M. Crescimbeni e altri 12 letterati, dopo la morte di Cristina di Svezia, nel cui salotto erano soliti riunirsi. Il nome fu scelto con riferimento alla regione greca, simbolo fin dall’antichità di vita innocente ...
Altri risultati per PARRASIO, Aulo Giano
  • PARISIO, Giovan Paolo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 81 (2014)
    Fabio Stok (Parrasio, Aulo Giano). – Nacque a Cosenza il 28 dicembre 1470 da Tommaso, giureconsulto e consigliere del Senato napoletano, e Pellegrina Poerio. Ebbe come primo maestro Giovanni Crasso Pedacio, che lo avviò alla conoscenza del latino. Verso il 1883 si trasferì a Lecce, dove il padre era ...
  • Parràsio, Aulo Giano
    Enciclopedia on line
    Nome umanistico di Giovan Paolo Parisio (Cosenza 1470 - ivi 1522). Fece parte dell'Accademia Pontaniana a Napoli, dov'ebbe cariche e favori da Ferdinando II d'Aragona; caduto in disgrazia del successore, riparò (1497) a Roma. Nel 1499 passò a Milano, ove occupò la cattedra di oratoria, ed ebbe tra i ...
Vocabolario
parràṡio
parrasio parràṡio agg. [dal lat. Parrhasius, gr. Παρράσιος]. – Della Parrasia (gr. Παρρασία), regione della Grecia antica nella parte merid. dell’Arcadia; per estens., poet., dell’Arcadia, anche come luogo idealizzato di vita pastorale...
àulo-
aulo- àulo- [dal gr. αὐλός «tubo» e «flauto»]. – Primo elemento di alcuni nomi composti della terminologia scientifica nei quali indica struttura tubolare.
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