VITELLIO, Aulo
Giurista romano, probabilmente dell'età di Augusto. Non solo non ci rimane di lui nessun passo, ma neppure se ne citano le opinioni: solo ci rimangono brani di commentarî ad Vitellium, scritti sotto Tiberio da Masurio Sabino e sotto Caracalla da Paolo, nonché il testo di una nota che all'opera di Vitellio avrebbe apportata, sotto Claudio o Nerone, C. Cassio Longino. Soprattutto quest'ultima citazione sembra escludere che Vitellio sia semplice dedicatario dell'opera di Sabino, come fu sostenuto. È anche incertissimo ogni tentativo d'identificazione con altri personaggi dello stesso nome. A quanto si ricava da ciò che resta dei commentarî di Sabino e di Paolo, l'opera originaria di Vitellio era una collezione di responsi, relativi alla sola materia testamentaria.
Bibl.: C. Ferrini, Saggi intorno ad alcuni giureconsulti romani, 1ª ed., 1885, e in Opere, II, Milano 1929, p. 36 seg.; O. Lenel, Palingenesia iuris civilis, Lipsia 1889, I, col. 1301 segg.; II, col. 189 segg.; P. Bremer, Iurisprudentiae antehadrianae quae supersunt, II, i, Berlino 1899, p. 375 segg.; S. Di Marzo, Di una recente congettura sull'indole dei libri ad Vitellium di M. Sabino, Palermo 1899; G. Baviera, stesso titolo, in Arch. giur., s. 3ª, IV (1899), p. 154 segg.; e in Scritti giur. I, Palermo 1909, p. 121 segg.