AURANITIDE (Αὐρανιτις)
Regione della Transgiordania settentrionale che costituì la provincia greco-romana ricordata con questo nome da Giuseppe Flavio (Ant. Iud., XVI, 9, 1; XVII, 11, 4). Essa era ben distinta dalla Traconitide, mentre la Batanea o Basan ne era forse la parte più occidentale e più piana. I suoi confini sono delimitati dalle seguenti regioni odierne: a NO. e a N. dal Legiā; a NE. dal Derāt et-Tulūl, da eṣ-Ṣafā e dal deserto di el-Ḥarrah; a S. dalla al-Balqā'; a SO. dal Gebel Aǵlūn; a O. dal Giaulān e a NO. dal Giaidūr. La Nuqrat Ḥaurān (pendio del Ḥaurān), che era la parte più coltivata e più fertile ed era percorsa da innumerevoli mandre di cammelli, e il Gebel Ḥaurān, con le sue vette che si sollevano fin sopra i 1700 m., ne costituivano le caratteristiche principali.
Le città principali dell'Auranitide, Edrei (Der'āt), Bostra (Boṣra), Salecha (Salkhad), Canatha (el-Qanawāt) ecc., costitui3cono ancora alcune fra le principali borgate della contrada, e sono ricchissime di rovine del periodo ellenistico, nabateo e romano.
Storia. - Nell'epoca più antica della storia ebraica la regione nota più tardi col nome di Auranitide si chiamava Basan (v.), solo più tardi, estesosi a tutta la regione il nome del monte che la domina, essa è nominata, ma soltanto due volte, nella Bibbia (Ezechiele, XLVII, 16, 18) col nome di Hauran, che ritorna anche in documenti assiri sotto la forma Hauranu e a cui corrisponde l'odierna denominazione araba (Ḥaurān). Ai tempi dell'impero assiro la regione fu più volte percorsa e saccheggiata dagli eserciti dei monarchi di Ninive, e se ne trovano varie nemorie nei documenti cuneiformi (Salmanassar II, 858-823; Assurbanipal, 668-625). Dopo Alessandro Magno l'Auranitide passò sotto la dominazione dei Seleucidi; ma questi non vi esercitarono se non per breve tempo il dominio diretto, perché il paese fu occupato dai Nabatei (v.), e la sua capitale, Bostra, fu per molto tempo uno dei centri principali di quel regno, finché, distrutto questo da Traiano (106 d. C.), l'Auranitide divenne provincia romana, col nome di Arabia (v.).
Il periodo seleucidico-nabateo-romano fu pieno d'intensa attività costruttiva, e ne rimangono ancora oggi quelle tracce che costituiscono una spiccata caratteristica della regione. Essa infatti è tutta disseminata di case, isolate o a gruppi, costruite per lo più con basalto nero, e con tanta perizia che la maggior parte di esse, sebbene abbandonate, sarebbero ancora abitabili. Si sono contati almeno 300 di questi gruppi di costruzioni. Probabilmente nessuno di essi risale oltre il periodo seleucidico, quantunque non sia impossibile che alcuni siano stati fondati su rovine di centri molto più antichi. L'archeologia ha ricavato dalla regione buona messe d'iscrizioni latine, greche e nabatee appartenenti a questo periodo. Molto più antica (poiché reca un'iscrizione del faraone Ramesse II, 1310-1244 a. C.) è invece la cosiddetta pietra di Giobbe, monolito situato presso il villaggio di Sheikh Sai‛d nella Nuqrah, che è circondato da altri monumenti di varie epoche: una tradizione, isolata e priva di valore storico, pone colà la dinastia di Giobbe.
Bibl.: Rey, Voyage dans le Hauran, Parigi 1860; Porter, Travels in Damascus and Hauran, Londra 1870; F. Delitzsch, Das Buch Hiob, Lipsia 1876 (Appendice); Publications of an American Univesity Archeological Expedition to Syria, 1899-1900, Leida 1904-08; Princeton University Publications of Archaeological Expeditions to Syria in 1904-1905 and 1909, Leida 1908-14. Cfr. inoltre i varî dizionarî ed enciclopedie bibliche sotto questa voce.