CAGGIANO, Aurelio
Figlio di Emanuele e di Anna Bosco Lucarelli, nacque a Napoli il 18 sett. 1869. Abbandonò presto gli studi umanistici ai quali era stato avviato per darsi all'arte, seguendo l'esempio paterno. Frequentò nella sua città la scuola di architettura annessa all'istituto di belle arti, e qui fu allievo di G. Pisanti, di F. Autoriello, di G. Toma, che insegnava disegno dei gessi, di T. Solari e di S. Lista, rispettivamente professori di modellato e di disegno dei frammenti. Attratto però dalla scultura, ad essa si dedicò, sotto la guida del padre, che era appunto titolare della scuola di scultura nello stesso istituto.
Si allontanò, tuttavia, dall'indirizzo accademico del padre e, aderendo alla corrente verista ormai affermata a Napoli, si diede alla raffigurazione in bronzo, che egli preferì al marmo, di popolane, di scugnizzi, di vecchi, di pescatori, di contadini. Per la resa, caratterizzata da un facile sentimentalismo, di questi tipi colti dal vero, nella vita di ogni giorno, si distinse, tra l'altro, nell'Esposizione di Belle Arti di Firenze del 1896-97, nella quale presentò Concettella, in quella di Torino dell'anno seguente, dove espose una vivace figura di napoletano, e nella prima Quadriennale, tenuta pure a Torino nel 1902, in cui ebbe una buona affermazione con Vecchio contadino.Attese anche a opere di decorazione di vaste proporzioni e, tra queste, sono da ricordare i bronzi che ornavano l'altare maggiore della basilica della Madonna delle Grazie di Benevento, distrutti dai bombardamenti del settembre 1943, e le misurate ornamentazioni della cattedrale di Manfredonia.
Dedicatosi quindi all'insegnamento, la sua produzione si fece più rada e di maniera. Tuttavia ebbe ancora una buona affermazione nella fotografia artistica, che il C. fu tra i primi a coltivare a Napoli. Qui morì nel 1940.
Bibl.: E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, pp. 533 s.; S. De Lucia, Arti belle e artisti in Benevento dal sec. XV ai nostri giorni, Benevento 1933, pp. 45 s.; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, I, p. 371.