Uomo politico e scrittore (Forlì 1819 - San Varano, Forlì, 1890). Avvocato, di idee liberali, accolse con entusiasmo le prime iniziative riformatrici di Pio IX ma, deluse le aspettative riposte nel pontefice, si avvicinò a G. Mazzini. Divenuto sostenitore della causa repubblicana, fu l'estensore del manifesto, volto a rivendicare la Costituzione, approvato dai circoli popolari e patriottici della Romagna, nel dic. 1848. Deputato alla Costituente (genn. 1849), allorché fu proclamata la Repubblica romana fu nominato ministro degli Interni e, il 29 marzo, entrò nel triunvirato con G. Mazzini e C. Armellini. Caduta la Repubblica, si rifugiò in Svizzera poi in Francia e a Londra, ma nel 1853 tornò in Italia per organizzare l'insurrezione in Romagna. Esule nuovamente in Inghilterra (1853-60), al suo ritorno in patria fu nominato direttore del Popolo d'Italia, fondato nel 1860 da Mazzini. Deputato dal 1861, si dimise dopo lo scontro di Aspromonte e tornò a Londra (1862). Rientrato definitivamente in Italia nel 1867, si dedicò agli studî storici, pur mantenendo il proprio impegno politico: nel 1874 subì un breve arresto per i fatti di villa Ruffi. Dal 1877 insegnò diplomazia e storia dei trattati all'univ. di Bologna.