TREZZI, Aurelio
Nacque nel 1564. Ammesso al Collegio ingegneri e architetti di Milano nel biennio 1588-89 (Gatti Perer, 1965), risulta residente in città nella casa del padre Giovanni Giacomo, in parrocchia S. Giovanni al Pozzo Bianco, fino alla morte avvenuta il 25 gennaio 1626 (Della Torre, 1993, p. 3732). Nel testamento, redatto pochi giorni prima (p. 3731), nominò erede universale Giovanni Battista Binago, suo allievo, e donò buona parte dei suoi beni a diversi enti ecclesiastici milanesi, con alcuni dei quali sembra avere avuto un rapporto più stretto, come gli oblati del Santo Sepolcro e soprattutto la Congregazione della Dottrina Cristiana.
Per gli oblati, Trezzi svolse uno tra i suoi primi incarichi professionali, la definizione del progetto per la costruzione della casa del Santo Sepolcro, approvato il 28 gennaio 1595 (Merlini, 1986, pp. 415 s.). Il rapporto con gli oblati e con questa fabbrica perdurò negli anni seguenti e interessò anche la chiesa del Santo Sepolcro (pp. 410-415), la nuova costruzione della Biblioteca Ambrosiana (ibid.), consulenze e alcune stime e misure, eseguite tra il 1607 e il 1610, relative ai lavori in corso nel santuario della Beata Vergine di Rho, di cui fu nominato architetto nel 1602 (Gatti Perer, 1964, p. 156).
In modo analogo, a partire dal 1585 (data di una stima per lavori nella chiesa di S. Dalmazio) si protrasse per tutto l’arco dell’esistenza dell’architetto il legame, umano e professionale, con la Congregazione della Dottrina Cristiana, nella quale fu ammesso tra gli assistenti il 14 dicembre 1598 (Archivio di Stato di Milano, Fondo di Religione, 551) e di cui fu cancelliere generale nel 1599 (Repishti, 2008, p. 67).
Per la Dottrina Cristiana Trezzi realizzò, a spese sue e di quattro altri «operari», l’oratorio dell’Immacolata Concezione in Campo Santo (Almini, 1992-93, regesto documentario), e inoltre i due oratori di San Giuseppe e Santa Prassede (1611-1616; ibid.).
Negli stessi anni fu eletto architetto della Fabbrica del duomo, una prima volta il 31 gennaio 1598 (Annali, 1881), sebbene nelle ordinazioni capitolari successive a quella data compaia sempre, e peraltro raramente, in collaborazione con altri professionisti e mai come ipsius fabricae, titolo che ottenne a partire dalla seconda elezione del 1604 (ibid., 1883, p. 21). Conservò l’incarico per i due anni successivi, fino a quando fu costretto a rinunciare per problemi di salute (p. 34).
Sebbene Trezzi sia citato in un numero considerevole di documenti relativi a moltissimi edifici milanesi (per stime, misurazioni, consulenze e pareri tecnici), pochi sono i riscontri relativi a suoi contributi progettuali, così come scarse sono le testimonianze grafiche autografe o a lui attribuite, come nel caso dei disegni per la costruzione della nuova casa professa dei gesuiti di S. Fedele (Balestreri, 1995, p. 58), cantiere in cui Trezzi fu coinvolto dopo la morte di Martino Bassi (1591).
Qui stipulò nel 1595 un contratto con il maestro Bernardo Paranchino per la realizzazione della decorazione a stucco della chiesa (Della Torre - Schofield, 1994, p. 387); due anni dopo fu interpellato come consulente per l’acquisto di alcune case da parte dei padri di S. Fedele, e infine nel 1598 eseguì una stima della piazza antistante alla chiesa (Coscarella, 1992, p. 274, nota 22), con lo scopo di consentire ai gesuiti di mantenere libero lo spazio davanti alla nuova casa.
Nel 1598 Trezzi partecipò all’erezione dell’arco di porta Romana, in onore dell’ingresso a Milano di Margherita d’Austria, promessa sposa di Filippo III di Spagna (Della Torre, 2008, pp. 90 s.). Tra il 1598 e il 1612 si occupò dei lavori di ristrutturazione e della costruzione della facciata della chiesa di S. Babila (demolita a inizio ’900), del cui progetto restano solo alcuni disegni del coronamento, non firmati, ma allegati ai documenti relativi alle spese della fabbrica (Farina, 2008).
In virtù della sua posizione e degli sviluppi della sua carriera professionale, entrò in contatto con personalità rilevanti quali, ad esempio, il cardinale Federico Borromeo (Repishti, 2008, p. 67), per volontà del quale fu coinvolto in diverse fabbriche, dallo stesso prelato patrocinate. Diede infatti un parere sulla realizzazione della Biblioteca Ambrosiana (Buratti Mazzotta, 1982, p. 257) e risulta presente, tra il 1608 e il 1610 circa, nei cantieri del seminario maggiore di porta Orientale (Baroni, 1968, pp. 457 s.) e del Collegio elvetico (Della Torre, 1992, pp. 176, 185), svolgendo attività quali stime, misurazioni, relazioni tecniche e gestione delle maestranze.
Molti altri sono gli interventi di Trezzi registrati nelle carte degli archivi milanesi: dopo il 1607 fornì il progetto per la costruzione della cappella del battistero della chiesa di Premenugo di Settala (Archivio di Stato di Milano, Fondo legati, Y 3983); tra il 1600 e 1610 lavorò, in tre occasioni, nella chiesa di S. Maria Segreta (Tolomelli, 2000), stimandone i costi dei lavori in muratura; tra il 1608 e il 1615 e ancora nel 1625 (Radice - Mapelli, 1975) è documentata la sua presenza nel cantiere dell’ospedale e della chiesa dei padri dell’ordine del beato Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), ai quali lasciò alla morte parte dei suoi beni; nel 1611 fu incaricato della ricostruzione del piedistallo e dell’innalzamento della colonna del Verziere, insieme a Tolomeo Rinaldi (Repishti, 2007); nel 1613, nel 1614 e nel 1615 sottoscrisse, rispettivamente, la stima per una parte di giardino annesso alla casa parrocchiale di S. Vito al Carrobbio, di una casa in porta Tosa e delle riparazioni necessarie alla casa parrocchiale di S. Pietro all’Orto (Almini, 1993, regesto documentario); nel 1617 misurò e stimò i lavori eseguiti dal capomastro Cesare Arano per la tribuna e la cupola della chiesa di S. Sebastiano (Baroni, 1968, p. 173); in data 2 maggio 1619 è citato in un documento (Della Torre, 1993, p. 3732) in cui mastro Andrea da Monte era invitato a completare i lavori iniziati nella chiesa e nel convento di S. Maria dei Servi secondo quanto indicato dall’ingegnere.
All’inizio degli anni ’20 del Seicento Trezzi ottenne l’ultimo importante incarico, uno dei pochi di cui restano disegni a lui attribuiti (Balestreri, 1995): il progetto per le canoniche di S. Lorenzo. Per questo lavoro percepì regolarmente pagamenti dal 1623 al 1625 (Baroni, 1940), ma non ne vide il completamento a causa della morte, avvenuta il 25 gennaio 1626. L’opera fu portata a compimento da Francesco Maria Richini. A testimonianza del ruolo attivo di Trezzi all’interno del Collegio ingegneri, architetti e agrimensori di Milano resta un suo unico contributo teorico noto, gli Ordines et statuta Collegii Ingegnerorum Mediolani compilati nel 1606 e sottoscritti insieme ad Antonio Maria Corbetta, Giovanni Angelo Crivelli e Giuseppe Barca (Mezzanotte, [1960]).
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