AURIGA
Una persona che guida un cocchio può naturalmente essere rappresentata nell'arte di ogni tempo nel costume che essa usa comunemente. A partire dalla fine dello stile geometrico, infatti, (sec. VIII a. C.) può essere testimoniato in Grecia uno speciale costume usato dai guidatori di cocchî. Esso consiste in un chitone lungo fino ai piedi legato, piuttosto in alto, da una cintura. Fra gli esempî monumentali si potrebbero citare: il grande bronzo di Delfi (intorno al 460 a. C.), il fregio marmoreo del Mausoleo di Alicarnasso e innumerevoli esempî nell'arte minore dal periodo arcaico all'età ellenistica. Vi sono chitoni da auriga rossi (vaso Chigi protocorinzio del sec. VII a. C.), a disegni (Baton sul cratere di Anfiarao del sec. VI), ma la maggior parte dei chitoni è rappresentata sui vasi a figure nere. Dobbiamo dunque pensarli come fatti di tela priva di disegno e non colorata.
Nell'età imperiale romana coloro che correvano nei circhi (aurigae, agitatores) indossavano un costume già in uso da secoli, che conosciamo esattamente attraverso numerosi mosaici, rilievi e statue e anche da due frammenti di papiri illustrati e dalle miniature dell'Iliade Ambrosiana. Sopra un chitone viene indossata una corta tunica con maniche lunghe che, secondo il colore delle fazioni (russata, albata, prasina, veneta) è rossa, bianca, verde o azzurra. Intorno al corpo, come fasciatura profilattica contro la rottura delle costole, viene fatta una complicata legatura. Ginocchia e stinchi sono protetti da corregge di cuoio; sulla testa è un elmo.
La costellazione dell'auriga è rappresentata sul globo dell'Atlante Farnese a Napoli (Ruesch, 579) come un uomo indossante un chitone greco legato alto alla cintura. Parimenti nei manoscritti medievali, nei quali gli vengono aggiunte la frusta, la raggiera del sole e due capre sulla mano.
Bibl.: I monumenti greci sono così numerosi che ogni opera illustrata sull'arte o la civiltà greche contiene una quantità di esempî. Per i monumenti romani: H. Schöne, in Jahrbuch, XVIII, 1903, p. 69; R. Paribeni, Guida Mus. delle Terme2, Roma 1932, p. 250, IV, 756; S. Reinach, Répertoire de la peinture, p. 296, I-4; R. Wirth, Römische Wandmal., Berlino 1934, tav. 12; Helbig-Amelung, Führer Roms2, 327; 1373; 1431-37. Costellazione: Boll, in Roscher, VI, 1937, c. 915, s. v. Sternbilder; F. Saxl, Verzeichnis d. astrol. Handschriften.