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CLARKE, Austin

di Carla De Petris - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
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CLARKE, Austin

Carla De Petris

Poeta, drammaturgo e romanziere irlandese, nato a Dublino l'8 maggio 1896, morto ivi il 21 marzo 1974. Nel 1917 pubblicò − con l'aiuto di G.W. Russell − The vengeance of Fionn, secondo la moda di riproposta del folklore celtico imposta da W. B. Yeats e dalla cui influenza riuscirà a liberarsi solo dopo molti anni. Nel 1921 fu costretto ad abbandonare il suo posto di docente nel cattolico University College per aver sposato con il solo rito civile G. Cummins, fervente femminista. Nel 1928 gli fu assegnato il Tailteann National Award per la poesia. Dal 1929 al 1937 visse in Inghilterra, dove iniziò una regolare collaborazione con il Times Literary Supplement che durò finché un lauto sussidio della Dolmen Press di Dublino negli anni Cinquanta non gli permise di dedicarsi esclusivamente all'attività letteraria.

I romanzi The bright temptation (1932) e The singing men at Cashel (1936) furono messi all'indice in Irlanda. Nel 1936 pubblicò i Collected poems, di cui solo Pilgrimage (1929) sfugge alle fumosità decadenti e anticipa un personale modulo espressivo che troverà forma nella raccolta Night and morning (1938).

Cofondatore dell'Irish Academy of Letters e suo presidente nel biennio 1952-54, C. ritornò alla poesia con Ancient lights (1955), Later poems (1961), Flight to Africa (1963), Mnemosyne lay in dust (1966) e le ironiche liriche di A sermon on Swift (1968). I suoi drammi in versi, di straordinaria maestria tecnica, sono raccolti nel volume Collected plays (1963). Individuando nella mania sessuofobica il perno del potere religioso nel suo paese, C. diventò paladino della ribellione delle nuove generazioni, fino a essere ironicamente definito "il grande Vecchio Arrabbiato"; ma in non pochi componimenti raggiunse punte di straordinaria suggestione dando ai propri interiori tormenti risonanza universale e raffinando la propria esasperata sensualità nei modi classicheggianti delle ultime due raccolte, Orphide (1970) e Tiresias (1972).

Bibl.: S. Halpern, A. Clarke, his life and works, Dublino 1974; G. Craig Tapping, A. Clarke. A study of his writings, ivi 1981; G. A. Schirmer, The poetry of A. Clarke, Notre Dame 1983.

Vedi anche
romanzo In linguistica e in filologia, lo stesso che neolatino (➔ neolatine, lingue); filologia r., quella che ha per oggetto di studio, soprattutto comparativo, i testi letterari, antichi ma anche moderni, redatti nelle lingue romanze, e la cultura che essi esprimono. Arthur Charles Clarke Scrittore, fisico e astronomo britannico (Minehead, Somerset, 1917 - Colombo, Sri Lanka, 2008). Scienziato, ha affiancato alla produzione di opere di divulgazione scientifica quella di racconti di fantascienza ottenendo in entrambi i campi una vasta notorietà. Tra i suoi saggi: Interplanetary flight ... dolmen Tomba preistorica megalitica individuale o collettiva, costituita da pietre infisse nel suolo che sostengono un lastrone orizzontale; talora è coperta da tumulo. Il nome, che significa «tavola di pietra», è di derivazione bretone (t(a)ol «tavola» e men «pietra»). Assegnati all’Eneolitico, i d. sono presenti ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di p. è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ...
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