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autismo

di Costanza Levi - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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autismo

Costanza Levi

Un disturbo che ti chiude in te stesso

Il bambino autistico non riesce a comunicare, attraverso le parole o i gesti, con il mondo esterno, compresi i familiari. Per questo motivo tende a isolarsi in un mondo tutto suo. Spesso mostra anche un ritardo mentale e si comporta in un modo che appare bizzarro. È un bambino che ha bisogno di aiuto e comprensione

Un mondo a parte

Il disturbo autistico, o autismo infantile, è una malattia che si manifesta entro i primi tre anni di vita. È in questo periodo che i bambini imparano a fare la maggior parte delle cose: muoversi, camminare, capire, parlare, giocare, lavarsi le mani e i denti, andare in bagno, dormire da soli, riconoscere le emozioni sul viso degli altri e mandare a loro volta messaggi attraverso espressioni facciali e gesti. Nei bambini autistici queste capacità sono utilizzate poco o in maniera alterata. In particolare sono compromesse l'area della comunicazione (sia il linguaggio parlato, sia la comunicazione non verbale), quella del comportamento e quella delle relazioni con gli altri. Inoltre, in circa il 75% dei casi è presente anche un ritardo mentale, più o meno grave. Quando l'intelligenza è integra, possono essere particolarmente sviluppate alcune capacità, come fare calcoli anche complessi, ricordare nomi o fare disegni.

La caratteristica fondamentale del disturbo autistico riguarda comunque la tendenza all'isolamento e l'incapacità di avere rapporti con gli altri. Tale disturbo colpisce da 2 a 5 bambini ogni 10.000 e il 75% di loro sono maschi. Qual è la causa di questa malattia? Ci sono molte teorie, ma nessuna è totalmente convincente. Comunque, in genere c'è accordo sul fatto che contribuiscono molti fattori, sia genetici (cioè ereditati dai genitori) sia ambientali (cioè legati allo sviluppo del feto nell'utero materno oppure a esperienze del bambino dopo la nascita).

Vivere in una gabbia

I bambini autistici, fin dai primi mesi di vita, non sono in grado di entrare in rapporto con l'ambiente che li circonda. Tendono a isolarsi e a non reagire agli stimoli esterni, tanto che a volte il primo sospetto dei genitori è che il bambino sia sordo. La mimica, i gesti e la posizione del corpo non vengono utilizzati per esprimere i propri bisogni. Questi bambini non riescono cioè a dire che hanno fame, che vogliono un gioco o che hanno qualcosa che fa loro male e vogliono aiuto. Sembra quasi che non si rendano conto di poter chiedere aiuto agli altri: è come se vivessero in un mondo tutto loro, nel quale per gli altri è quasi impossibile entrare e da cui per loro è molto difficile uscire.

Anche il linguaggio verbale è fortemente compromesso: i bambini possono non parlare affatto o parlare in ritardo; inoltre, quando imparano a parlare, sono spesso ripetitivi, hanno un linguaggio immaturo, poco spontaneo o ripetono (senza capire) quello che ha detto un'altra persona, una pubblicità o una canzoncina. Possono parlare a voce particolarmente alta o bassa, o usare un tono bizzarro. Inoltre, difficilmente comprendono giochi di parole o concetti astratti (come le emozioni o i sentimenti), pertanto parlano quasi solo di cose concrete.

Bizzarre ripetizioni

I bambini autistici svolgono solitamente attività molto ripetitive. Inoltre mostrano frequentemente un interesse particolare verso pochi oggetti o parti di essi (spesso qualcosa che gira, come le ruote delle macchinine, la lavatrice o le pale del ventilatore); fanno movimenti strani, tipo torcersi le mani o dondolare il corpo, apparentemente senza una ragione: tendono ad avere abitudini molto rigide e non sopportare che gli oggetti vengano spostati dalla loro posizione abituale.

In alcuni casi, infine, i bambini autistici hanno altri comportamenti bizzarri: la tendenza a farsi male da soli (per esempio sbattendo la testa o mordendosi); reazioni esagerate a tatto, suoni, luce o odori; una paura esagerata o nessuna paura; alterazioni del sonno o delle modalità di alimentazione; iperattività, goffaggine motoria o mantenimento di posizioni anomale.

Certamente hanno bisogno di molta comprensione da parte di familiari e insegnanti, e di particolari cure da parte di medici e operatori specializzati che li aiutino a utilizzare al meglio le proprie capacità.

Vedi anche
oligofrenia Stato d’insufficienza mentale, congenito o acquisito nei primi anni di vita. Fra le condizioni lesionali responsabili di oligofrenia, vanno citati gli stati tossici e infettivi capaci di danneggiare il germe o il prodotto del concepimento, le endocrinopatie, e fra queste principalmente le malattie della ... schizofrenia Termine, coniato da E. Bleuler, che fa riferimento alla caratteristica essenziale di un vasto gruppo di psicosi il cui fenomeno psicopatologico fondamentale è costituito da un processo di disgregazione (dissociazione) della personalità psichica; questo processo si traduce in gravi disturbi della strutturazione ... Temple Grandin Zoologa statunitense (n. Boston 1947). Laureatasi in Psicologia presso il Franklin Pierce College nel 1970 e addottoratasi in Scienze animali alla University of Illinois at Urbana-Champaign nel 1989, è attualmente docente di tale disciplina alla Colorado state university e progettista di allevamenti ... psicosi Termine che designa la malattia mentale propriamente detta; spesso è usato con un aggettivo che ne specifica la natura, l’eziologia o l’elemento dominante: per es., psicosi sintomatica, psicosi luetica, psicosi maniaco-depressiva ecc. ● Dal punto di vista psichiatrico la psicosi è una condizione patologica ...
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