AUTODAFÉ (sp. auto de fe "atto di fede")
È la proclamazione solenne della sentenza dell'inquisitore, nella Spagna e suoi dominî. Si faceva un corteo, per lo più in giorno festivo; e vi partecipavano i giudici e i funzionarî (familiari) dell'inquisizione, gli ordini religiosi del luogo e i rei, rivestiti del sambenito. Giunto il corteo alla piazza, ove precedentemente era stato eretto un palco, si leggevano le sentenze, avevano luogo le abiure e le riconciliazioni pubbliche, si consegnavano alla giustizia secolare i relajados o condannati a morte. La pena poi s'infliggeva alla presenza del notaio. Può essere avvenuto in qualche caso che l'esecuzione abbia avuto luogo sulla piazza medesima dell'autodafé, subito dopo letta la sentenza, ma in generale, consegnato il reo al potere civile, i giudici dell'inquisizione si ritiravano col loro seguito. L'autodafé era quindi un atto distinto dall'esecuzione della sentenza.
Si diceva autodafé generale quello in cui i processati e condannati erano numerosi e per diversi motivi. Vi erano o potevano esservi allora quelli che dovevano essere bruciati vivi come impenitenti; quelli destinati al rogo dopo aver subito la tortura e condannati a morte come eretici, sebbene pentiti; le statue dei condannati a esser arsi in contumacia; i riconciliati e i sospetti d'eresia che abiuravano. Autodafé particolare aveva luogo quando vi erano solo pochi rei, e non si celebrava con l'apparato e la solennità di quello generale, ma v'interveniva soltanto il Sant'Uffizio e il giudice ordinario, per il caso che vi fosse qualche relajado. Infine, autodafé semplice era quello a cui prendeva parte un solo reo, ed era tenuto, secondo le circostanze, in chiesa o sulla piazza pubblica.
Quando l'uso degli autodafé si fu generalizzato, questo nome venne attribuito anche alle cerimonie solenni che avevano luogo quando si bruciava qualche eretico sul rogo: perché il popolo non comprendeva le sottili distinzioni degl'inquisitori che dicevano esser la giustizia ordinaria quella che puniva il reo. È famoso l'autodafé ch'ebbe luogo sulla piazza principale di Valladolid il 31 maggio 1559, la domenica della Trinità. Era presieduto dal principe Carlo delle Asturie e da sua zia la principessa Giovanna; predicò Melchior Cano; e Francesco Baca, inquisitore di quella città, ricevette dal principe e dalla principessa il giuramento che avrebbero favorito l'inquisizione. Si ebbero autodafé anche nell'America latina; il primo fu celebrato a Messico nel 1574, con grande solennità.