autofustigarsi
(auto-fustigarsi), v. rifl. Tormentarsi da sé, criticarsi aspramente.
• Va letto in controluce il duello appena forse sopito tra i due delfini, che ha colto un po’ stralunati gli juniores di Confindustria, avvelenati di Irap: l’uno, [Gianfranco] Fini, si chiede cos’è un cinico e si risponde con Oscar Wilde che è uno che sa il prezzo di tutte le cose ma non il loro valore. L’altro, ironicamente autofustigandosi, replica che la «grettezza» è tipica dei ministri dell’Economia come lui, soprattutto quelli che siedono a via XX Settembre dietro alla scrivania che fu di Quintino Sella. (Alberto Statera, Repubblica, 1° novembre 2009, p. 13) • Nell’Italia pubblica che si auto-fustiga fingendo di disprezzarsi l’esigenza non è quella di affrontare, cercando di risolverli, i problemi, ma di lamentarsi per l’esistenza dei problemi. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 28 aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al v. intr. pron. fustigarsi.
- Già attestato nella Stampa del 2 ottobre 1964, p. 9 (Adele Cambria).