autogestione
La gestione di un’impresa, agricola o industriale, da parte dei lavoratori mediante organi rappresentativi, eletti dai lavoratori dell’azienda stessa; con questa accezione, il termine è riferito soprattutto all’esperienza socialista della Iugoslavia, che risale all’inizio degli anni Cinquanta del Novecento; dal 1968 l’a. è divenuta una dottrina politica ed economica di alcune correnti del pensiero socialista. I presupposti dell’esistenza di un sistema economico autogestito sono i seguenti: a) le imprese non sono proprietarie degli strumenti di produzione, che appartengono alla società; b) i rischi e i profitti dell’imprenditore sono ripartiti fra l’insieme dei lavoratori, anche se le decisioni sono prese da un piccolo numero di dirigenti; c) la nozione di salario viene meno, poiché il reddito dei salariati non è più fissato per contratto, ma dipende dai profitti che l’impresa realizza e che sono divisi fra tutto il personale, dopo che sono state pagate le imposte e le spese; d) le imprese autogestite godono di una completa autonomia economica e operativa, senza interferenze da parte degli organi statali. Il potere nell’impresa autogestita è diviso fra tre organi: l’assemblea generale dei lavoratori delle unità di produzione, responsabile della gestione, che decide la ripartizione degli utili o i progetti di investimento; il consiglio operaio di gestione, organo di governo delle attività di produzione; la direzione che, raggruppando i manager e i tecnici dell’impresa, in teoria non è altro che il braccio operativo del consiglio operaio.