autogratificazione
s. f. Appagamento, soddisfazione interiore procurata a sé stessi.
• Chi si immola per l’altro, senza che questi accenni a fare qualche passo positivo, lo fa davvero per amore o per una propria autogratificazione personale? (Massimo Gramellini, Stampa, 25 ottobre 2009, p. 32, Società e cultura) • Non si tratta solo di non essere spiati, invasi da strumenti tecnologici, sbattuti sulle pagine dei giornali, ma di poter essere liberamente noi stessi nella banalità del quotidiano, con le nostre piccole meschinità, il bene e il male, le vanterie, le sciocchezze, gli sfoghi ingiusti, le autogratificazioni che servono a vivere e a sopravvivere. (Eugenia Roccella, Tempo, 28 giugno 2011, p. 1, Prima pagina) • «Vero», conferma [Pietro Ferruccio] Laviani «e si accentua la divisione fra bagno di servizio, dove si mette la lavatrice e si stende la roba quando piove, e bagno “bello”, dove si esprimono ambizioni di status e desideri di autogratificazione fino a farne un piccolo living del benessere. Spesso i clienti mi chiedono di metterci una poltrona, che ovviamente è inutile, ma stilisticamente ci può stare; purtroppo qualche volta non ci sta proprio fisicamente». (Aurelio Magistà, Repubblica, 15 aprile 2015, p. 36, R2).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al s. f. gratificazione.
- Già attestato nella Stampa del 6 luglio 1977, p. 3 (Giuseppe Galasso).