autolesionismo
Atteggiamento, comune ad alcune patologie psichiatriche, che mira a provocare danni al proprio corpo (più o meno gravi, fino al suicidio). L’automutilazione è un aspetto dell’a., ma non l’unico: alcuni pazienti si fanno del male senza mutilazioni, provocandosi ferite il più possibile nascoste e dolorose, con meccanismi psichici che tendono alla riparazione di colpe proprie o altrui. Anche l’ingestione di corpi appuntiti e taglienti non sempre è supportata da patologia compulsiva, perché esiste spesso la consapevolezza che tale atto provoca gravi danni al proprio corpo, oltre che dolore. Altre manifestazioni di a. sono riconducibili alla mancata cura del proprio corpo, fino alla malattia, con intenti penitenziali (delirio mistico) o per allucinazioni visive e uditive che impongono tali pratiche. Le patologie in cui si manifesta l’a. sono la schizofrenia e la psicosi depressiva grave (nella quale però è più frequente il suicidio) e i disturbi pervasivi dello sviluppo (i vari tipi di autismo). L’a. può verificarsi anche nell’alcolismo acuto e cronico, anche se è tuttavia possibile che l’atto sia in un certo senso permesso dall’analgesia centrale e periferica, provocata dell’alcol stesso.