autopubblicare
(auto-pubblicare), v. tr. Pubblicare da sé, a proprie spese, per proprio conto.
• Per autopubblicare il proprio libro è sufficiente «caricare» l’opera sul sito, acquistarne una copia personale (che verrà spedita all’autore nel giro di pochi giorni) e poi pubblicarla sulla vetrina del sito. A questo punto l’autore avrà tempo fino al 31 luglio per richiedere l’iscrizione gratuita della propria opera al concorso. (Raffaella De Santis, Repubblica, 13 maggio 2011, p. 40, Cultura) • E, visto che parliamo del passato, restiamo nel passato: 1932, 80 anni fa, Ugo Guandalini comincia a pubblicare (all’inizio autopubblicare) a Modena e poi si trasferisce a Parma con gran dispetto dell’amico e compagno d’avventura Antonio Delfini che lo considera un traditore… (Francesco Cevasco, Corriere della sera, 4 aprile 2012, p. 37, Cultura) • Come opzione per liberare necessità creative e comunicative, o anche solo per soddisfare sogni intellettuali degli individui, la soluzione di auto-pubblicare libri (che è sempre esistita anche quando tutti i libri erano di carta) non costituisce un’alterazione essenziale nella circolazione dei testi e delle idee. (Leonardo Padura Fuentes, trad. di Giovanni Dozzini, Sole 24 Ore, 30 marzo 2014, p. 37, Cultura e sviluppo).
- Composto dal confisso auto-1 aggiunto al v. tr. pubblicare.
- Già attestato nella Stampa del 5 luglio 1991, p. 13 (Luca Dondoni).