autore migrante
loc. s.le m. Scrittore che compone le proprie opere nella lingua del Paese nel quale è migrato.
• Sono gli «autori migranti», quelli che cambiano vita e lingua, quelli che hanno vissuto il trauma del «dispatrio» ‒ secondo il titolo di un libro di Luigi Meneghello. Arrivano nel nostro paese carichi di storie dolorose, di memoria, d’inguaribile nostalgia. E scrivono libri in italiano, in una lingua che si trasforma alla ricerca del parlato o della perfezione, della metafora o del neologismo sfrenato: straniante e spaesata. […] «Autore migrante» è invece un’etichetta che [Nicolai Lilin] rifiuta visceralmente perché suona strano: è frustrante e addirittura maleducato ‒ dice ‒ definire così «chi comunque dà un contributo alla letteratura italiana». (Luciana Sica, Repubblica, 17 luglio 2009, p. 49, Cultura) • Domani sera alle 20.30 un approfondimento per presentare un libro «quanto mai importante e necessario». Una raccolta di scritti di 20 autori migranti e italiani. «Voci, culture, pensieri diversi levati contro una politica razzista che non può e non deve avere la meglio sul nostro futuro ‒ dice ancora don [Pierluigi] Di Piazza ‒ in questo caso lo straniero comunicando in italiano per esprimersi, esce dal rifugio protetto del sé e della propria lingua e va verso l’altro per comunicare e intrecciare relazioni». (Ilaria Gianfagna, Messaggero Veneto, 14 marzo 2010, p. 7, Regione) • Da oggi e fino al 12 novembre 2012 la Casa delle Letterature ospita «Incontri di civiltà», un programma di incontri e dibattiti tra autori italiani ed autori migranti, o figli di migranti, ideato dall’associazione culturale Incontri di Civiltà e dalla Casa delle Letterature per sviluppare una nuova narrazione delle relazioni interculturali. (Unità, 23 maggio 2012, p. 24, Cultura).
- Composto dal s. m. autore e dal p. pres., s. m. e f. e agg. migrante.
- Già attestato nella Stampa del 10 dicembre 2002, Roma, p. 10 (Valentino Castaldo).