AVANSCOPERTA (fr. exploration des divisions de cavalerie; sp. descubierta; ted. Aufklärung durch die Heereskavallerie, Fernaufklärung; ingl. strategical reconnaissance)
Con tal nome, fin quasi allo scoppiar della guerra 1914-1918, s'intendeva da noi l'esplorazione lontana affidata a grandi unità di cavalleria (una divisione o più, isolate o riunite in corpi di cavalleria) spinte a due, tre e anche più giornate di marcia innanzi alle armate operanti.
Suo scopo principale era quello di raccogliere, nelle direzioni in massima indicate dai comandanti d'armata, tutti i possibili dati sulla grande dislocazione e sul movimento dei grossi nemici, per trasmetterli ai comandanti interessati, così da dare loro tempo e spazio per la manovra, in caso d'incontro col nemico.
Senza preoccuparsi del proprio grosso e avendo come centro d'attrazione il nemico, la cavalleria in avanscoperta doveva perciò ricercare per prima cosa il contatto con questo, per mantenerlo poi a costo di qualsiasi sacrificio.
Naturalmente, nel compiere tale missione, che spesso rendeva necessario il combattimento per spazzare eventuali resistenze o per disturbare comunque il nemico, essa veniva anche a coprire le proprie truppe - e ciò assumeva singolare importanza all'atto della radunata - impedendo alla cavalleria avversaria lo svolgimento di analoga attività.
A seconda del terreno e della situazione variavano le modalità di attuazione dell'avanscoperta. Di massima si aveva un grosso che marciava riunito (su una colonna o su più colonne parallele o a scaglioni, sempre però ben collegati tra loro ai fini dell'unità d'azione), irradiando innanzi a sé pattuglie esploranti in varie direzioni. In situazioni oscure e difficili veniva previsto l'invio di distaccamenti della forza d'uno squadrone almeno ciascuno, i quali a loro volta irradiavano le necessarie pattuglie. In ogni caso le pattuglie, di forza proporzionata al compito ricevuto, al comando di ufficiali o sottufficiali, tenevano contegno più o meno risolutamente aggressivo a seconda che potevano essere o no sostenute in tempo da tergo.
Il grosso dell'avanscoperta doveva avanzare decisamente nella direzione stabilita, mirando a cadere sui grossi dell'avversario per quelle linee di più facile penetrazione che come tali si fossero rivelate in seguito all'azione delle pattuglie, soverchiando, se necessario, i reparti nemici che avessero tentato di opporglisi.
Nel perfetto funzionamento del delicato meccanismo della trasmissione delle notizie - anche di quelle negative, molto spesso di assai grande valore - risiedeva tutta l'importanza dell'avanscoperta: criterio fondamentale era quello che esse giungessero in tempo ai comandi interessati, opportunamente vagliate dal comando dell'avanscoperta, o direttamente, nel caso si trattasse di notizie importanti e urgenti.
Siffatto impiego della cavalleria nel campo strategico ebbe, si può dire, la sua prima applicazione, sia pur non integralmente nel senso ora detto, nell'epoca napoleonica, dopo il 1805, e toccò poi i sommi fastigi nella guerra franco-prussiana del 1870-1871.
Così, dopo quest'epoca, nelle varie dottrine di guerra, l'avanscoperta divenne forma fondamentale e quasi esclusiva d'impiego dell'arma di cavalleria, tanto più che il crescente perfezionamento delle armi da fuoco ne faceva presumere sempre più difficile e meno redditizia l'azione a massa mediante la carica nel campo tattico. Si era, è vero, già sentito il bisogno, prima della guerra 1914-1918, di sussidiare l'avanscoperta - che da noi nel 1913 già aveva cominciato a chiamarsi esolorazione lontana - oltreché con l'aviazione, allora agli albori del suo sviluppo, e con l'artiglieria a cavallo, organicamente assegnata alla divisione di cavalleria, anche con elementi di fuoco d'arma portatile rappresentati da ciclisti. Ma troppo lieve modificazione era questa, che non mutava sostanzialmente la natura organica della grande unità destinata all'avanscoperta cosicché tale funzione rimaneva affidata alla cavalleria, che conservava pressoché immutati i suoi organici e il suo armamento.
La guerra 1914-1918 tolse finalmente ogni illusione circa l'utilità di un'avanscoperta come quella che il '70 aveva tramandata. Infatti, proprio nei periodi in cui le fronti avverse non erano stabilizzate e libero era il campo a ogni più ardita iniziatiia, se si toglie l'incursione del 1° corpo di cavalleria francese (Sordet) nel Lussemburgo e nel Belgio al principio della campagna 1914, l'impiego della cavalleria su tutte le fronti, compresa la nostra, ebbe, più che altro, come risultato quello di dare una sicurezza lontana alle proprie truppe, non essendo essa riuscita ad aprirsi un varco qualsiasi neppure nel primo velo di truppe nemiche.
Ciò perché la costituzione organica e l'armamento delle grandi unità di cavalleria, non solo erano del tutto inadeguati ai vasti compiti loro connessi, ma quel che è peggio, non erano nemmeno più in armonia con le accresciute e sempre crescenti possibilita delle armi e dei mezzi tecnici moderni.
Ecco perché oggi, in base anche agli ammaestramenti tratti dalla più recente guerra, l'avanscoperta, come s'intendeva un tempo, è tramontata per sempre. A essa si sostituisce l'esplorazione avanzata con funzioni notevolmente diverse, per natura e per raggio d'azione, da quelle già attribuite all'avanscoperta e per le quali, oltre a prevedersi assai largo il concorso dell'aviazione, si riconoscono idonei speciali complessi, sotto apposito comando coordinatore, composti variamente, a seconda dei casi, con unità di armi diverse fra le quali figura anche la cavalleria, modernamente organizzata e armata (v. esplorazione).
Bibl.: O. Blume, Strategie, Berlino 1882; C. F. v. der Goltz, Die Kriegführung, Berlino 1895; F. Foch, De la conduite de la guerre, Parigi 1904; Servizio in guerra, Servizio delle truppe, ediz. 1912; Norme gen. per l'impiego delle grandi unità di guerra, ed. 1913; Norme gen. per l'impiego delle grandi unità, ed. 1928.