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AVE MARIA

di Leone Mattei Cerasoli - Enciclopedia Italiana (1930)
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AVE MARIA

Leone Mattei Cerasoli

. Sono le prime parole di una breve preghiera in onore della Vergine, detta anche Salutatio angelica; incomincia infatti con le parole di saluto dell'angelo Gabriele (Luca, I, 28): Ave Maria, gratia plena (gr. χαῖρεκεχαριτωμένη); Dominus tecum; benedicta tu in mulieribus, alle quali si riattaccano naturalmente il saluto di Elisabetta (Luca, I, 42): Benedicta tu in mulieribus (o inter mulieres), et benedictus fructus ventris tui, e l'invocazione, che il catechismo del concilio di Trento dichiara opera della Chiesa stessa: Sancta Maria, mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae.

L'uso di salutare Maria con le parole dell'angelo può essere antico, e lo si trova già nel sec. VI in Oriente e in Occidente. Ma non si tratta ancora d'una vera e propria formula di devozione. Nel sec. XI e nel XII lo troviamo invece diffuso; ed è probabile che nascesse da versetti e responsorî nell'ufficio della Vergine, che in quel torno di tempo cominciava a diffondersi sempre più negli ordini monastici. S. Pier Damiani, morto nel 1072, segnala l'uso delle parole dell'angelo come comune a molti fedeli. Nel sec. XII concilî e vescovi lo raccomandano ai fedeli, come una delle forme di culto che tutti i cristiani devono conoscere e praticare, insieme col Credo e col Pater. L'Ave Maria era sempre considerata come un saluto, e recitata con genuflessioni o inclini, tanto che la recitazione frequente e ripetuta dell'Ave Maria diventa spesso una forma di penitenza. Alla prima parte si aggiunge, nel sec. XIII o durante il XIV, la seconda; l'aggiunta del nome di Iesus dopo fructus ventris tui viene comunemente attribuita, nelle fonti medievali, al papa Urbano IV (1261-1264).

In questo tempo l'Ave Maria è una preghiera, benché le petizioni finali possano variare; e quale preghiera l'intende Dante (Parad., XXXII, 94) al pari del Pater noster, a cui evidentemente eglisl'accosta. Le petizioni riguardano generalmente, benché con parole non ancora fisse, il perdono che Dio concede ai peccatori attraverso la mediazione della Vergine. Prevale a poco a poco la formula usata dai Padri del concilio di Efeso (431), e che si trova già in breviarî monastici dei secoli XIII e XIV. Ma, dal punto di vista liturgico, la preghiera terminava con la prima parte. Nella forma odierna, o in forma poco differente, l'Ave Maria si legge nei breviarî dell'ordine camaldolese e di qualche altro ordine, verso la fine del sec. XV o il principio del XVI; taluno attribuisce l'ultima parte, quale è oggi recitata, a S. Antonino vescovo di Firenze. Quel che pare ad ogni modo più che probabile, è l'origine italiana della petizione finale in questa forma.

Con i camaldolesi, introdussero l'Ave Maria nell'ufficio i trinitarî e i frati minori; infine, con la riforma del breviario fatta dal concilio di Trento sotto S. Pio V (1568), la preghiera ottenne il riconoscimento ufficiale nella sua forma completa; il pontificale, poi, vuole che la si reciti, con il Pater e il Credo, dopo aver ricevuto il sacramento della cresima.

Bibl.: Chaillot, in Anal. iuris pont., XXI (1882), p. 409; H. Thurston, in Le mois bibliogr., 1895, p. 243 segg.; id., in Der Katholik, 1903, p. 333 segg.; Beissel, Gesch. der Verehrung Marias in Deutschl., Friburgo in B., 1909.

Vedi anche
Angelus Nome (per esteso Angelus Domini; o anche Ave Maria) dato al suono della campana che al mattino, a mezzogiorno e al tramonto invita i fedeli cattolici a recitare tre Ave Maria intramezzate da testi evangelici con una breve preghiera conclusiva (nel tempo pasquale anche una Regina coeli). L’uso dell’A. ... rosario religione Preghiera in onore della Madonna, la cui istituzione è attribuita a s. Domenico, ma che forse era praticata già prima dalla pietà popolare; consiste nella recita di 50 Ave Maria, divise in 5 decine, intercalate dalla recita del Padre nostro e del Gloria. La devozione del r. fu diffusa dalle ... preghiera Invocazione rivolta a Dio, alla divinità, con la parola o col pensiero, per chiedere aiuto, protezione, salute, favori. Tipologie La p. è un fenomeno religioso di larghissima diffusione: benché finora non di tutti i popoli esistenti si sia potuto dimostrare che conoscano la p., si può tuttavia dire ... vespro religione Nella liturgia cattolica, la seconda delle Ore cardine o principali dell’Ufficio quotidiano; è la preghiera serale della comunità cristiana, mentre le lodi sono la preghiera del mattino. L’Institutio generalis de liturgia horarum (1971) ne raccomanda la celebrazione pubblica e comune «specialmente ...
Tag
  • CONCILIO DI TRENTO
  • ORDINE CAMALDOLESE
  • ANGELO GABRIELE
  • PIER DAMIANI
  • PATER NOSTER
Altri risultati per AVE MARIA
  • Ave Maria
    Enciclopedia on line
    Nome, dalle parole iniziali, della più popolare preghiera mariana della Chiesa occidentale, composta di due parti, di cui la prima, derivata dal Vangelo (Luca 1, 28, il vero e proprio «saluto dell’angelo», e 1, 42, il saluto di Elisabetta), in uso liturgico fin dal 4° sec., la seconda aggiunta tra il ...
  • Ave Maria
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    Dante Balboni La particolare salutazione angelica ha avuto nella liturgia cristiana grande diffusione per il mistero della maternità cui era legata (Luc. 1, 28). V. anche la voce AVE. La festa dell'Annunciazione era in origine cristologica e riecheggiava nei testi liturgici il saluto angelico, che ...
Vocabolario
ave
ave interiez. e s. f. [imperat. del verbo lat. avēre «star bene»]. – 1. interiez. Parola usata dai Latini come formula di saluto e di augurio, e talora, con lo stesso sign., anche nella nostra lingua, da religiosi (oltre che in preghiere...
ave, Caesar, morituri te salutant
ave, Caesar, morituri te salutant ‹... čè∫ar ...› (lat. «salve, Cesare, ti salutano quelli che vanno a morire»). – Invocazione che si suole attribuire ai gladiatori come saluto all’ingresso nel circo, prima di iniziare le gare, spesso mortali;...
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