Vedi AVELLINO dell'anno: 1973 - 1994
AVELLIΝΟ (ν. S 1970, p. 127)
La ricerca archeologica iniziata nel 1975 nell'area urbana dell'antica Abellinum, che coincide con il pianoro lungo la riva sinistra del Sabato nell'odierno comune di Atripalda, ha dato la possibilità di riconoscere, in parte, l'assetto topografico della città. Saggi intorno alle mura hanno permesso di individuare una doppia cinta muraria. La prima, in opus quadratum (grossi blocchi in tufo giallo) da riferire al III sec. a.C., ci porta all'identificazione dell’oppidum Abellinatium. L'altra, in opus reticulatum, della colonia romana di età tardo-repubblicana, di cui è possibile seguire l'intero circuito, con torri semicircolari allineate alla cinta, conserva, nel tratto settentrionale, anche parte dell'antico fossato.
Il sistema stradale interno è appena individuato, con le due arterie principali, il cardo e il decumanus maximi. A Ν di questo, nel settore orientale della città, un importante complesso residenziale si affaccia alla sommità delle mura e comprende un intero isolato della città: una domus di tipo pompeiano ad atrio e peristilio che per il suo impianto definitivo è riferibile cronologicamente alla prima età imperiale. La domus mantenne certamente almeno sino a età severiana il suo aspetto di dimora residenziale unitaria: viceversa, durante il tardo impero, cadde in abbandono per gran parte della sua estensione, presumibilmente in conseguenza di un terremoto (346 d.C.), continuando a vivere attraverso il riutilizzo di determinati ambienti.
A O della domus, oltre una depressione antica, è ubicata l'area destinata agli edifici pubblici con l'impianto termale che veniva a disporsi parallelamente al decumano. Recenti scavi hanno permesso di individuarne diverse fasi costruttive: la prima, costituita da strutture murarie in opus incertum, ci riconduce alla cronologia alta della colonia, da riferirsi a età graccana, e precede quella in opus reticulatum di età tardo-repubblicana. Non mancano rifacimenti tardo-antichi, con presenza di tombe intra muros, obliterate da un'eruzione vesuviana ascrivibile tra il 472 e il 507-11 d.C., che testimoniano il periodo di abbandono del centro.
Il rinvenimento di iscrizioni onorarie, basi di statue, vasti ambienti con mosaici policromi, e la presenza di questo monumento confermano che il settore nord-occidentale della città ê da identificare con il foro.
L'anfiteatro, ora ricostruito nella sua planimetria, era situato fuori le mura, nel settore meridionale della città: la scelta del sito, come alcuni saggi hanno dimostrato, era stata determinata dall'esistenza di una depressione naturale.
Il sistema stradale interno, da mettere in relazione con le porte della città, ci permette di ipotizzare un accesso nel settore meridionale. Nel 1983, un'esplorazione archeologica nella necropoli meridionale (già individuata nel XIX sec.), lungo la direttiva che collegava Abellinum con la regione salernitano-nocerina, ha restituito tombe tipologicamente differenziate (recinti funerari con ipogei, tombe «a cappuccina» sia a inumazione che a incinerazione, con defunto in anfora, sarcofagi in terracotta e piombo) con una escursione cronologica dalla fine del I sec. d.C. al V sec. d.C.
Un altro ingresso alla città era a E (la c.d. Porta Decumana), da cui si dipartiva la via verso oriente (Aeclanum). La necropoli pagana, situata lungo tale arteria, esplorata nel 1986, ci ha confermato un utilizzo della stessa anche da parte della comunità cristiana (cemeterio di S. Ippolisto martire).
Bibl.: L. Cassese, in P. Laveglia (ed.), Spunti di storia di Atripalda, Atripalda 1974; G. Colucci Pescatori, Il Museo Irpino, Cava dei Tirreni 1975; M. Fariello, Atripalda (Abellinum), in Atti del XVIII Convegno di Studi sulla Magna Grecia, Taranto 1978, Taranto 1979, pp. 313-316; S. De Caro, A. Greco, Campania (Guide Archeologiche Laterza, 10), Roma-Bari 1981, pp. 175-181; G. A. Galante, Il Cemeterio di S. Ippolisto martire, Atripalda e altri scritti (rist. anastatica), Atripalda 1984; G. Colucci Pescatori, I rilievi romani nel campanile, in N. Gambino (ed.), La cattedrale di Avellino, Cava dei Tirreni 1985, pp. 97-110; ead., Osservazioni su Abellinum tardo-antica e sull'eruzione del 472 d.C., in AA.VV., Tremblements de terre, éruptions volcaniques et vie des hommes dans la Campanie antique (Publications du Centre J. Berard, s. II, VII), Napoli 1986, pp. 121-141, tavv. LXXIV-LXXXIH; ead., L'alta valle del Sabato e la colonia romana di Abellinum, in L'Irpinia nella società meridionale (Centro di ricerca G. Dorso, Annali 1985-86), II, Avellino 1987, pp. 139-157.
Colucci Pescatori)