AVELLINO
(V, p. 612; App. I, p. 229; II, 1, p. 333) - Città capoluogo di provincia dell'Irpinia, che subì notevoli distruzioni per cause belliche ed ha sanato parte delle sue ferite in questi anni, migliorando le condizioni nell'interno del vecchio centro e creando nuovi quartieri in direzione di Pianodardine, di Bellizzi, di Ponticelli e Valle e verso Mercogliano, punto di partenza della funicolare per Montevergine. A. è diventato un notevole centro di irradiazione per linee automobilistiche, arricchendosi di varie officine meccaniche, oltre che di qualche stabilimento per la trasformazione di prodotti agricoli (vino, olio).
La provincia contava, nel 1958, 502.520 ab. con un aumento superiore a 7000 ab. rispetto al 1951, per la massima parte nel comune del capoluogo (40.973 nel 1958). Oltre un quarto degli abitanti vive in case sparse, con valori percentuali, rispetto alla popolazione complessiva, tra i più alti rispetto alle altre province d'Italia. La densità media per km2 risulta di 177 ab. La popolazione vive prevalentemente di agricoltura (70% della popolazione attiva), dalla quale ricava circa il 50% del reddito della provincia che, considerando il reddito pro capite, rimane la più povera tra tutte le province d'Italia.
Sensibili le opere di rimboschimento (1591 ha) negli ultimi 15 anni, fatte specialmente nelle alte valli dell'Ufita, del Fredane, dell'Ofanto e del Sabato. È stato affrontato anche il problema del rifornimento idrico, specie con la costruzione dell'acquedotto dell'Alta Irpinia, derivato da quello Pugliese, e dell'Alta valle dell'Ufita. I finanziamenti hanno favorito l'ampliamento e la costruzione di alcuni impianti industriali, specie per la lavorazione del legno (Atripalda, Bagnoli Irpino, Bonito, Montella, Lioni), per la trasformazione di prodotti agricoli (Avellino, Lauro, Lioni, Baiano, Atripalda) e per materiali da costruzione (Montemiletto, S. Paolina, Avella, S. Martino Valle Caudina). Migliorata è stata anche la rete stradale.