AVENA (dal lat. avena; fr. avoine; sp. avena; ted. Hafer; ingl. oats)
Genere di Graminacee della sottofamiglia Poeoidee, tribù Avenee. Comprende erbe annue con spighette 2-5-flore, pendule in pannocchie; foglie nel boccio convolute; glume sterili assai grandi, nascondenti i fiori, con 7-11 nervi longitudinali; glume fertili, simili alle sterili, ma all'apice più o meno profondamente bidentate o bifide, con i lobi mutici o setosi, a metà del dorso munite di lunga resta robusta, contorta e ginocchiata, che nelle forme coltivate può mancare. Si esclude ora da questo il genere Avenastrum Jess., che era ritenuto sezione di Avena, perché comprende piante perenni, con foglie plicate longitudinalmente nel boccio e con glume sterili meno ampie con 1-3 (raramente 5) nervi. Genere proprio della regione Mediterranea, Asia centrale e Abissinia, costituente uno degli elementi più importanti dell'agricoltura, poiché parecchie forme sono state messe a coltura dalle popolazioni più antiche, e se ne sono ottenute delle razze con caratteri più o meno fissati nelle colture, ma che dànno facilmente forme di ritorno alle selvatiche.
Le avene si riuniscono in 5 gruppi distinti da caratteri citologici, somatici e fisiologici (suscettibilità al carbone, alla ruggine e al mildew).
Le forme coltivate si differenziano dalle spontanee, perché hanno la rachilla delle spighette tenace, per cui i fiori si mantengono a lungo uniti tra loro e alla fine a maturità si disarticolano lasciando al punto di distacco una superficie piccola quasi orizzontale irregolare, dentellata smarginata; le glume fertili sono totalmente glabre o quasi. Le selvatiche hanno la rachilla articolata alla base dei fiori, per cui con l'essicazione facilmente si disarticolano, lasciando una superficie di rottura regolare obliqua netta e con orli lisci; glume fertili coperte almeno nella metà inferiore da lunghi peli talora più o meno giallastri.
L'area di origine delle forme coltivate è diversa: per le forme con nuclei muniti di 14 cromosomi, la patria delle forme che si riattaccano alla A. barbata è la regione Mediterranea occidentale e l'Europa atlantica e le razze coltivate ebbero origine probabilmente nell'Europa settentrionale-occidentale e occidentale. Le forme con 28 cromosomi sono per ora relegate nell'Abissinia e paesi vieni, come erbacce dei campi coltivati a cereali. Delle forme con 42 cromosomi: l'A. sativa, con le forme affini originate dall'A. fatua L., sembra originaria dell'Asia occidentale e centrale; l'A. alba (byzantina) secondo un passo di Plinio si può ritenere giunta a Roma dall'Africa settentrionale; l'A. nuda L., secondo le più recenti ricerche dei botanici russi, pare sia oriunda della Cina; di questa per ora non sarebbe nota la forma spontanea.
Le tre specie spontanee, che sono molto comuni in Italia, sono: A. fatua L., A. sterilis L., A. barbata Pott.
L'A. sativa è coltivata specialmente nell'Italia settentrionale; la A. alba (byzantina) in tutta l'Italia peninsulare e Sicilia; l'A. strigosa in Sardegna e Italia centrale. Nel sud e in Sicilia è coltivata largamente, come foraggio verde per la fine d'inverno e principio di primavera, l'A. sterilis, che è falciata al principio della fioritura.
Altre forme sono coltivate occasionalmente; nella Colonia Eritrea cresce spontanea nei campi l'A. abyssinica Hochst. ma è poco frequente. V. anche: cerealicoltura; foraggi.