Vedi AVENCHES dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
AVENCHES (v. vol. i, pp. 936 ss.)
Aventicum, il cui nome va ricollegato a quello della dea celtica Aventia, probabilmente dopo il pericolo di distruzione cui andò incontro nel 69 d. C. da parte delle truppe di Vitellio (Tac., Hist., i, 68 ss.), venne istituita colonia coi Flavi nel 73-74 d. C. Quest'ultima notizia sarebbe però unicamente sostenuta da Fredegario (VII sec.), che riferisce come la città sia stata costruita da Vespasiano e terminata da Tito, e da un'iscrizione, riferita da un viaggiatore del 1515, in onore dell'imperatore Vespasiano da parte della colonia Pia Flavia Constans Emerita Helvetiorum foederata, datata, in base alle cariche onorifiche di Vespasiano al 71 d. C.
Saggi intorno alla porta occidentale e tra le torri 13, 15 e 35, e un esame accurato di tutta la cinta muraria insieme all'esame del materiale rinvenuto nelle precedenti campagne di scavo, hanno permesso di individuare nelle mura due diverse fasi di costruzione.
La prima, costituita da un sistema di mura più strette, con piccole torri semicircolari allineate alla cinta muraria, e nessuna porta con avancorpi rispetto alla cinta stessa.
Questa prima fase venne interrotta poco tempo dopo il suo inizio. Quando si riprese l'opera difensiva, lo spessore delle mura venne ampliato dai sei agli otto piedi; le torri semicircolari vennero sostituite da torri a ferro di cavallo e infine in prossimità delle porte vennero costruite torri poligonali. Dal materiale ceramico e dalle monete rinvenute in prossimità della porta occidentale, si deduce che passarono solo pochi anni tra le due fasi costruttive. Il materiale rinvenuto nei recenti saggi, permette di restringere nella seconda metà del I sec., il periodo di costruzione delle mura.
Altre precisazioni riguardano il tempio gallo-romano del "Cicognier" dedicato a Mars Caturix, che nella sua fase terminale con porticato,va assegnato alla metà del II secolo. Un terminus post quem ci è fornito da costruzioni precedenti al tempio (muri e soglie), rinvenute nella parte NE del portico e al centro del cortile, databili alla metà del I sec. d. C. A questi muri se ne sovrappongono altri con orientamento differente, databili nel primo trentennio del II sec. d. C.
Del Capitolium, situato in località "en Perruet", prima del 1960 si conoscevano solo resti sporadici. Nel 1960, in seguito a un regolare saggio di scavo, ci si imbattè sul lato orientale del portico che doveva circondare il tempio sui lati N, E, O. Questi sondaggi - pur limitati - permisero di chiarire la pianta ricavata in seguito agli scavi del 1910. Il perimetro del tempio è un quadrato di 36 m di lato. I due portici laterali terminano ciascuno con una sorta di nicchia o abside. Il porticato settentrionale, ad essi congiunto, presenta una fila di sostegni per la copertura al centro.
L'importante costruzione situata a SE del tempio del "Cicognier", che presenta in facciata due esedre chiuse da un prospetto di colonne corinzie tra loro collegate da transenne marmoree e al centro due grandi sale col pavimento lastricato di marmo, va probabilmente identificata con la Curia. La presenza di iscrizioni onorarie, basi di statue, ecc., nelle insulae comprese tra il tempio "en Perruet" e quest'ultima costruzione, fanno supporre con molta verosimiglianza che il Foro si trovasse in questa zona.
Ripetute campagne di scavo hanno messo in luce un grande impianto termale, che era già stato individuato alla fine del secolo scorso, costituito da tre ambienti principali, frigidarium, tepidarium, calidarium, oltre ad altri locali minori. L'ambiente più importante è costituito dal calidarium, la cui parete occidentale comprendeva un bacino a forma di trapezio (alveus) e due nicchie semicircolari (schola labri) analoghe a quelle del frigidarium.
Anche le nicchie - come tutta la sala - erano provviste di ipocausti. Intorno al tepidarium e al calidarium, a un livello più basso, c'era un corridoio stretto che conduceva alle fonti di calore. La ricostruzione del settore N (ad eccezione del canale di servizio), è basato sulla pianta generale di A. del 1910 (scavi del 1870) e i rilievi del Bourquie e del De Sybourg (1955).
La disposizione di bacini simmetrici per il nuoto all'aperto, posti in una corte, è proposta dagli autori per analogia con altri impianti termali. La localizzazione delle altre sale (vestiboli, ecc.) resta ipotetica. Il settore S è posteriore alle altre costruzioni, come del resto la nicchia centrale del frigidarium. È costituito da una grande sala a pavimento di marmo su uno strato di cemento, comunicante col frigidarium. Nel settore O si è praticato un sondaggio dietro il calidarium, individuando la presenza di una corte colma di sabbia, destinata probabilinente a palestra. La ceramica rinvenuta indica una datazione della costruzione intorno al 70 d. C.
Il sistema stradale di A. non è unitario, ma presenta ordinamenti differenti. Lungo un asse EO, nella parte occidentale della città, si dispongono molte costruzioni fondamentali; nella parte orientale invece non sono state rinvenute costruzioni. Lungo queste linee si troverebbero la Porta settentrionale, quella occidentale e l'Anfiteatro. In seguito all'ingrandimento della città, per ragioni non chiaribili attualmente, si sarebbe costituito un altro piano urbanistico, differentemente orientato entro il quale si dispongono altre costruzioni come il Foro, le Terme, ecc.
Bibl.: G. T. Schwarz, Aventicum, Die Thermen "en Perruet", in Jahrbuch der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte, 47, 1958-59, pp. 182-184; id., Avenches, Les Thermes "en Perruet", in Ur-Schweiz, 22, 1958, pp. 17-24; id., Découvertes en 1961, ibid., 26, 1962, pp. 5-12; id., Découvertes en 1963, ibid., 27, 1963, pp. 60-62; id., Neue Beobachtungen zur Stadtmauer und Tornanlagen mit einem Exkurs über Teichographie, in Jahrbuch der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte, 51, 1964, pp. 63-70; H. Bögli, Neues aus Aventicum, in Ur-Schweiz, 29, 1965, pp. 12-15: id., Avenches 1965, in Ur-Schweiz, 30, 1966, pp. 11-13; R. Degen, Zu einem frühchristlichen Grab aus Aventicum, in Festschrift E. Vogt, Zurigo 1966, p. 253-270; G. Grosjean, Die römische Limitation um Aventicum und das Problem der römischen Limitation in der Schweiz, in Jahrbuch der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte, 50, 1963, pp. 7-25; R. Laur-Belart, Eine römische Landkarte von Aventicum, in Genava, N. S. 11, 1963, pp. 95-104. Per Aventicum, in generale cfr. G. T. Schwarz, Die Kaiserstadt Aventicum, Berna-Monaco 1964. Per una pianta generale di Aventicum, si veda Jahrbuch der Schweizerischen Gesellschaft für Urgeschichte, 1963, fig. 4.