Aventino
Facendo un riferimento pressoché letterale ai versi di Virgilio (Aen. VIII 193-196, 211, 231) anche D. (If XXV 26-27) colloca in questo colle romano la spelonca di Caco, ricordata per es. anche nelle Storie di Troia et de Roma: " Aventinum... fo sotterrato ne lo monte de Aventino, dove stesse Caccus, et da esso abbe nome Aventino " (Monaci 65, r. 210). L'antro si apriva nella parte scoscesa del colle A. prospicente il Tevere (" laevum incumbebat amnem ", Aen. VIII 236), proprio nella zona dominata all'epoca di D. dalla rocca dei Savelli, eretta sulle basi del palatium di Ottone III, e dai monasteri di S. Sabina, in cui avevano sede i domenicani, e di S. Alessio, in cui erano raccolte le memorie di patrizi romani del secolo X. Tuttavia nel poema non abbiamo alcun cenno di riferimento a testimonianze così importanti di un'epoca immediatamente anteriore a D.; la menzione del colle ha pertanto semplicemente valore di reminiscenza classica.
Bibl. - C. Cecchelli, Roma medioevale, nel volume Topografia e urbanistica di Roma, edito dall'Istituto di Studi Romani, Bologna 1958, 287-289; A. Frugoni, D. e la Roma del suo tempo, in D. e Roma, Firenze 1965, 78.