MEDICI, Averardo
de’. – Nacque il 29 (o il 12) genn. 1518 ad Anversa, da Raffaello di Averardo del ramo di Giovenco e da Costanza di Filippo Gualterotti.
Il padre risiedeva a Bruges, dove curava gli interessi della casa commerciale de’ Medici. Fra il 1519 e il 1522 il suo servizio per l’imperatore Carlo V gli portò l’abito di cavaliere dell’Ordine di Santiago e la carica di ciambellano.
Il M. perse la madre, il nonno materno (1519) e, nel 1522, il padre, che morì in un naufragio mentre si recava in Italia in qualità di ambasciatore di Carlo V. Rimasto senza sostegni familiari, nel 1522, insieme con il fratello maggiore Giulio, fu condotto a Firenze per volere del cardinale Giulio de’ Medici (il futuro papa Clemente VII) e posto sotto la tutela di Ottaviano di Lorenzo de’ Medici, capostipite del ramo dei Medici di Ottaiano.
Nel 1547, in virtù dei legami che il padre aveva avuto con Carlo V, si presentò all’imperatore offrendogli i suoi servigi e fu impegnato nelle guerre in Germania contro i protestanti. Servì quindi Filippo II nelle ultime fasi del conflitto tra Francia e Spagna. Nel corso della guerra di Siena (1552-57), che vedeva impegnati su un fronte comune l’imperatore e il duca di Firenze Cosimo I, il M. ricevette diversi incarichi. Nel 1554 fu inviato da Cosimo I in Valdinievole con il compito di sovrintendere alle operazioni militari. L’anno successivo si recò presso la corte imperiale per comunicare l’andamento delle ostilità e, insieme con Valerio Del Borgo, presso Filippo II, allora in Inghilterra, per trattare delle questioni relative alla guerra.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta il M. fu molto attivo al servizio di Cosimo I nelle relazioni diplomatiche con la Spagna, dati i suoi consolidati rapporti con Filippo II e i suoi ministri principali. Quando, durante le fasi conclusive delle guerre franco-asburgiche, si stavano aprendo i negoziati di pace, fu inviato a Roma presso il cardinale Alfonso Carafa e il duca d’Alba Fernando Álvarez de Toledo per esortarli a una «buona concordia» e per trattare il futuro assetto politico di Siena (Instructione a A. de’ M. de 5 di settembre 1557). In quell’occasione si occupò anche di questioni annonarie, ottenendo dal duca d’Alba «di poter cavare del Regno [di Napoli] due navi di frumenti per socorrere alla penuria causata dalla grandissima inondatione d’Arno» (Notizie biografiche di A. di Raffaello de’ Medici, c. 4r).
Nel 1558 fu inviato a Ferrara con Federico da Correggio, cortigiano del marchese Sigismondo II d’Este (poi governatore di Pavia), per trattare la restituzione a quest’ultimo del suo «Stato» di San Martino del Rio.
Il 9 maggio 1558 Filippo II gli assegnò una pensione di 400 scudi annui, sia per ricompensare la fedeltà del padre Raffaello sia per i servigi prestati dal M. «in particulare nella guerra che ultimamente si fece in Fiandra, et considerando a quelle cose che in futuro si possono et debbono aspettare dalla sua fedeltà et destrezza» (ibid., c. 3r).
Nel marzo 1559 fu nuovamente a Ferrara per seguire questo negoziato e per mediare per conto di Cosimo I il riavvicinamento tra la Spagna e il duca di Ferrara Ercole II, che era intervenuto nella guerra di Siena in difesa della Repubblica. Ad agosto Cosimo I gli scrisse per comunicargli la formale presa di possesso dello Stato di Siena e per descrivergli la cerimonia. Nel gennaio 1560 il M. si recò in Spagna con il compito di persuadere Filippo II a elargire ai Carafa «la ricompensa debita per le cose di Palliano» (Instruttione a A. de M. per la corte di Spagna, c. 592r).
Nel quadro del conflitto che aveva opposto Paolo IV Carafa alle famiglie Colonna e Sforza, la terra di Paliano era stato requisita ai Colonna e assegnata a Giovanni Carafa. Al termine del conflitto, che si concluse anche grazie all’intervento del duca d’Alba, i Colonna rientrarono in possesso della signoria e degli altri territori confiscati.
Nel corso della missione in Spagna, inoltre, il M. spiegò al re le ragioni che avevano condotto alla stipula dell’alleanza matrimoniale tra Lucrezia de’ Medici e il principe Alfonso d’Este (poi duca di Ferrara, secondo di questo nome) e comunicò l’elevazione al cardinalato di Giovanni de’ Medici, figlio di Cosimo I e di Eleonora de Toledo. Nell’occasione ricevette da Filippo II, come già suo padre da Carlo V, l’abito dell’Ordine militare di Santiago, in segno di riconoscenza per i servizi resi alla monarchia.
Gli incarichi diplomatici del M. si chiusero con una missione tardiva. In occasione della morte di Cosimo I (1574), si recò a Napoli per comunicare a quella corte vicereale la morte del granduca in nome del successore Francesco I. Nell’ultima fase della sua vita, al tempo di Ferdinando I, il M. ricoprì incarichi di rilievo nell’ambito del governo interno dello Stato granducale. Nel 1586 fu eletto senatore e divenne commissario generale delle bande ducali; l’anno seguente fu magistrato degli Otto di guardia e balia.
Nell’aprile 1589, in occasione del matrimonio tra Ferdinando I e Cristina di Lorena, fu incaricato dell’organizzazione del viaggio della sposa da Livorno (punto d’arrivo delle galere che provenivano da Marsiglia guidate da Pietro de’ Medici) a Firenze.
Nel 1598 scrisse a Filippo III, da poco succeduto sul trono di Spagna, per chiedergli il rinnovo della pensione che Filippo II gli aveva concesso molti anni prima. A tal fine richiamò la tradizione familiare di servizio alla Spagna, ricordando come anche il padre avesse servito Carlo V.
Il M. morì il 13 apr. 1601 e fu sepolto a Firenze nella chiesa di S. Lorenzo.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Miscellanea Medicea, 39, ins. 12, cc. 1-4: Notizie biografiche di A. di Raffaello de’ Medici; 22, ins. 14, cc. 1-14: Scritture attenenti alla consegna di S. Martino in Rio fatta dal duca di Ferrara ad A. M. commissario deputato dal duca Cosimo per essere poi restituito a Sigismondo Gonzaga [sic] 1558; Mediceo del principato, 2634 II, cc. 405-406 (istruzione per la missione in Valdinievole, 10 luglio 1554), 557: Instructione a messer A. de M. di quanto ha da passare col signore duca di Ferrara (14 nov. 1558), 558-559: Instruttione a voi messer A. de’ M. di quanto havete a trattare per nostra parte col signor duca di Ferrara (9 marzo 1559), 592r-593r: Instruttione a A. de M. per la corte di Spagna, relativa alle «cose di Palliano» (gennaio 1560; ed. in Istruzioni agli ambasciatori e inviati toscani in Spagna e nell’Italia spagnola (1536-1648), a cura di A. Contini - P. Volpini, I, Roma 2007, pp. 256-258); 326, c. 14v: Instructione a A. de’ M. de 5 di settembre 1557 da Fiorenza; 50, c. 367 (lettera di Cosimo I, 6 ag. 1559); 805, cc. 654-655 (lettera del M. relativa al viaggio per terra di Cristina di Lorena); S. Sanleolini, Serenissimi Cosmi Medycis primi Hetruriae magni ducis actiones, Florentiae 1578, c. 100v; G. de’ Ricci, Cronaca (1532-1606), a cura di G. Sapori, Milano-Napoli 1972, pp. 89, 418; G.M. Mecatti, Notizie istorico-genealogiche appartenenti alla nobiltà e cittadinanza fiorentina…, II, Parte seconda che contiene il senatorista, o sia la serie de’ senatori fiorentini, Napoli 1753, pp. 191 s.; D.M. Manni, Il Senato fiorentino, o sia Notizia de’ senatori fiorentini dal suo principio fino al presente…, Firenze 1771, p. 77; F. Massai, Alcune notizie di Raffaello di Averardo di Bernardetto de’ Medici, in Arch. stor. italiano, XCIX (1941), pp. 117-119; L. von Pastor, Storia dei papi, IV, Roma 1946, passim; M. Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del Principato (1537-1737), Roma 1953, pp. 9, 25, 60, 77, 98, 106, 119; E. Grassellini - A. Fracassini, Profili medicei. Origine, sviluppo, decadenza, della famiglia Medici attraverso i suoi componenti, Firenze 1982, p. 95; F. Diaz, Il Granducato di Toscana. I Medici, Torino 1987, pp. 184, 248; J.M. Saslow, The Medici wedding of 1589…, New Haven-London 1996, p. 120; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. d’Este, tav. XIV; s.v. Medici, tav. XVIII.
P. Volpini