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AVERSA

di A. Jahn RUSCONI - Vincenzo EPIFANIO Alfonso GALLO - Enciclopedia Italiana (1930)
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AVERSA (A. T., 27-28-29)

A. Jahn RUSCONI
Vincenzo EPIFANIO Alfonso GALLO

Comune già della provincia di Caserta, ora di quella di Napoli. Il nome si può latinamente spiegare con la posizione della città, forse rispetto a Napoli (urbs aversa). A circa 20 km. da Napoli, in un grande piano, e all'altezza di 38 m., Aversa non ha frazioni, ma è al centro di quel folto gruppo di abitati che costituiscono come la parte più settentrionale della grande Napoli, sviluppatasi tra il Medioevo e l'età moderna al di qua di quella zona acquitrinosa e malarica che correva lungo la bassa valle del Clanio e che è ora risanata coi Regi Lagni. Il comune ha 25.815 abitanti, dei quali 22.692 nel centro capoluogo e 1123 nelle case sparse. Notevole l'eccedenza dei nati sui morti (nel triennio 1922-24 in media, nati vivi 874, morti 736), ma inferiore a quella della regione. Il territorio, in massima parte produttivo, è ricco di tutti i prodotti della Terra di Lavoro, ma ne ha di caratteristici; tra i vini l'asprino e tra i latticinî la mozzarella aversana sono assai ricercati.

Monumenti artistici. - La chiesa cattedrale di S. Paolo, fondata nel sec. XI, restaurata nel 1255 e nel sec. XIV, fu ricostruita poi dal vescovo Inigo Caracciolo nei primi anni del sec. XVIII. Il portale è del sec. XI. Nell'interno, si notano il coro con ambulacro ad archi, le volte ogivali, tre cappelle del sec. XI, la cupola ottagona con 128 colonnine del sec. XIV; inoltre, una cattedra episcopale del 1493 e la tomba del vescovo Balduino de Balduinis, pisano, del sec. XIV. La chiesa e il monastero benedettino di S. Lorenzo, fondati da Urrifrida, principessa normanna, nel 1050, furono ampliati nel 1098. La chiesa fu trasformata e rinnovata nel 1728 e nel 1805. Ha un portale romanico ad arco tondo con colonne scanalate e figure di animali, affresco nella lunetta, colonne antiche messe in opera nel sec. XI. Gli stalli del coro sono in legno intagliato del sec. XVI. Il chiostro è a due ordini di arcate.

La chiesa di S. Maria Maddalena, fondata nel 1269, fu trasformata e rifatta nel 1570 e nel 1710. L'altare barocco ha una grande ancona ad altorilievo e statue di santi di Giovanni da Nola (1555).

La chiesa e il monastero di S. Francesco delle Clarisse risalgono al sec. XI, ma furono restaurati nel 1645 e nel 1830. Il pronao è romanico: la porta scolpita in legno è del sec. XVII. Il chiostro ha bifore con colonnine binate. La chiesa dell'Annunziata, fondata prima del 1310, fu ingrandita con un vasto ospedale annesso (secolo XV). Il portale, scolpito, è del 1518. La lunetta in marmo rappresenta l'annunciazione (sec. XVI). La chiesa di S. Maria la Nova conserva affreschi con epigrafi greche e neo-gotiche. Infine il castello, costruito da Rainulfo, ricostruito da Alfonso I d'Aragona, fu trasformato nel 1760.

Storia. - Preesisteva alla fondazione di A. un borgo di sanctu Paulu at Averze, sul confine settentrionale del ducato di Napoli. La regione su cui sorse la città fu donata nell'anno 1030 dal duca di Napoli Sergio IV al cavaliere normanno Rainulfo Drengot, per gli aiuti da lui prestatigli nella lotta contro il principe longobardo di Capua. Questa prima contea normanna del Mezzogiorno ebbe rigogliosa vita feudale e frequente partecipazione negli avvenimenti politici e militari dei secoli XI-XII. Per l'impulso dato dagli ecclesiastici locali alle scuole e alla cultura grammaticale fu chiamata dal poeta Alfano Athenae studiorum. In essa istituzioni, diritto, lingua e consuetudini romane si fusero e si armonizzarono con le tradizioni dei primi dominatori. Forte e potente la piccola feudalità (baroni, valvassori e fedeli) alle dipendenze del conte. La popolazione cittadina fu prevalentemente costituita da artigiani, mercanti e uomini d'armi, aggruppati nei varî rioni della città (ruga Panecteriorum, ecc.).

La contea restò teoricamente soggetta ora al ducato di Napoli, ora al principato longobardo di Capua, finché nel 1039 venne affidata dall'imperatore Corrado II al principe di Salerno. Ma in realtà godette di vera autonomia, estendendo le sue conquiste verso il nord, occupando nel 1058 la città di Capua e trasformando nel 1062 il suo titolo in principato di Capua. A questo primo periodo di benessere e di splendore si devono i nunerosi monumenti cittadini, fra cui sono degni di essere ricordati il Duomo e il monastero di S. Lorenzo: importanti anche le opere calligrafiche delle scuole che vissero in quegli edifizî. La sua chiesa nacque verso la metà del sec. XI, e più tardi (sec. XIII) allargò la sua giurisdizione sulle cessate diocesi di Cuma e di Miseno.

Nel periodo angioino ad Aversa dimorò spesso la corte regia: Giovanna I largì grandi benefizî all'universitas e ai feudi vicini. In Aversa fu assassinato il marito di lei, Andrea d'Ungheria (1345). Dopo di allora la città seguì le sorti della vicina Napoli. Salvo il ricordo della lunga permanenza in essa di Carlo di Borbone e della sua corte durante l'occupazione del reame (1734), non v'è altro avvenimento notevole. Gioacchino Murat creò quivi (1807) la Casa Carolina, che fu uno dei primi istituti femminili d'istruzione media del Mezzogiorno, e fondò nel 1813 il manicomio.

Aversa fu annessa al regno d'Italia negli ultimi giorni di settembre del 1860, quando cioè vi risiedette Giuseppe Garibaldi, alla vigilia della storica giornata del Volturno.

Bibl.: L. Giustiniani, Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, II, Napoli 1797, pp. 79-102; G. Parente, Origini e vicende ecclesiastische della città di Aversa, I-II, Napoli 1857-58; A. Gallo, Codice diplomatico normanno di Aversa, in Monumenti per la storia dell'Italia meridionale della Società napoletana di storia patria, I, Napoli 1927.

Per i monumenti artistici: L. Cirelli, La Badia Benedettina di S. Lorenzo in Aversa, Aversa 1890; G. Parente, Cenno storico della cattedrale di Aversa, Napoli 1845; G. T. Rivoira, Le origini dell'architettura lombarda, Milano 1901, p. 274.

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