AVOGARO degli Azzoni, Rambaldo
Figlio del conte Marcantonio e di Maria Francesca di Rovero, nacque a Treviso l'11 nov. 1719: la sua famiglia aveva rappresentato un ruolo eminente nell'ambito della cultura trevigiana: Altiniero Avogaro degli Azzoni aveva fondato nel 1519 la prima Accademia trevigiana e Fioravante Avogaro degli Azzoni era stato principe dell'accademia dei Solleciti, fondata nel 1585. Educato presso i padri somaschi, l'A. abbracciò lo stato ecclesiastico: a ventun'anni fu accolto nel capitolo della cattedrale di cui divenne canonico primicerio (1789). Non ancora trentenne ripristinò l'Accademia dei Solleciti, inattiva da vari anni, e scrisse per essa una bozza di regolamento che ebbe l'approvazione del Muratori (1747); stabilì anche in Treviso una colonia di Arcadi di cui fu custode col nome di Targilio Ambracio. Ma soprattutto dette nuova vita alla Biblioteca capitolare di Treviso, di cui assunse la direzione nel 1752 e che ingrandì, abbellì e arricchì, prodigandovi energie e denaro (a lui si deve se la Capitolare si trovò in possesso di una cospicua collezione di atti accademici italiani e stranieri e di una raccolta quasi completa dei periodici letterari italiani del Settecento).
Morì in Treviso il 23 sett. 1790. La lapide, che fu murata in suo onore nella Capitolare, e il suo busto andarono distrutti in conseguenza del bombardamento aereo di Treviso (7 apr. 1944), che causò l'incendio della Capitolare.
Nel quadro del notevole risveglio letterario e scientifico che si ebbe a Treviso nella seconda metà del sec. XVIII gli interessi dell'A. furono essenzialmente quelli di un erudito locale: studiò monete, iscrizioni e documenti antichi di Treviso e del suo territorio, raccolse notizie e compilò elogi di concittadini illustri, fece spogli delle carte dell'archivio capitolare, partecipò vivamente alla contesa con gli Asolani sostenendo le origini romane di Treviso e il primato della cattedrale trevigiana su quella asolana, non tralasciando di corrispondere con alcuni tra i letterati più famosi.
Non tutte le opere dell'A. furono edite. Dopo la morte di lui le sue carte andarono smembrate: parte sono ancora alla Capitolare (trasferite per prudenza nel 1940 e salvate dall'incendio), parte sono ancora presso i conti Avogaro degli Azzoni, parte nella Biblioteca comunale di Treviso. Nel 1791 il Tiraboschi fece seguire all'Elogio dell'A. un elenco di 33 opere ed opuscoli a stampa e di 19 inediti. Ci limiteremo a segnalare gli scritti più importanti, o comunque quelli particolarmente indicativi degli interessi e delle tendenze dell'Avogaro.
La migliore delle sue opere, come giustamente rilevarono i contemporanei, è senz'altro il Trattato della zecca e delle monete ch'ebbero corso in Trivigi fin tutto il secolo XIV, in G. A. Zanetti, Nuovo trattato delle monete e zecche d'Italia, IV, Bologna 1786, pp. 1-202; notevolissimo esempio di storia monetaria nonostante le molte divagazioni, qualche errore, e l'ingombro talvolta eccessivo di erudizione (cfr. Corpus Nummorum Italicorum, VI,Roma 1922, pp. 225-237). Edificanti ed erudite sono le Memorie del b. Enrico morto in Trivigi l'anno 1315; con una dissertazione sopra s. Liberale, e gli altri santi, i corpi de' quali riposano nella chiesa di detta città (Venezia 1760). Nella Nuova raccolta di opuscoli...,iniziata dal Calogerà (1755) e continuata da F. Mandelli, si leggono molti tra i migliori lavori dell'A.: Notizie di G. A. Augurello, canonico di Trivigi (vol. VI,1760); Due carte dell'VIII secolo scritte in Trivigi…(vol.XXV, 1773), sulle quali, e su altre analoghe, tornò poi C. Cipolla, in Bullett. d. Ist. stor. ital. per il Medio Evo, XXII (1901), pp. 35 ss.; Notizie de' cavalieri Alteniero e Jacopo degli Azzoni trivigiani (vol. XXXI, 1777), che erano stati podestà di Padova, il primo agli inizi e il secondo sullo scorcio del XIV secolo; infine le Notizie de' vescovi di Feltre, e di Belluno dopo l'unione di que' vescovadi, dall'anno 1116 fino al 1320... (vol. XXXIV, 1780).
Minor interesse riservano le opere polemiche: della contesa col Tiraboschi a proposito di una Carta dell'VIII secolo concernente l'antichità di Nonantola,edita dall'A. in Nuova raccolta di opuscoli..., vol. XXIV, 1773, rimane traccia nella Storia dell'augusta badia di S. Silvestro di Nonantola del Tiraboschi, I, Modena 1784, pp. 61 ss. (cui l'A. rispose con le inedite Osservazioni sulle difficoltà espresse dal... Tiraboschi... contro la carta da me prodotta...),nell'epistolario corso tra i due negli anni 1781 e seguenti, nell'Elogio del Tiraboschi medesimo (pp. 30 ss.). Caduca è poi gran parte dell'opera dell'A. spesa nella lunga contesa contro Asolo (e soprattutto contro Michele Lazzari) in difesa delle origini romane di Treviso e dei diritti della cattedrale trevigiana contro le pretese di "concattedralità" di Asolo stessa. La polemica, che aveva avuto inizio verso il 1740, trasse alimento dalla scoperta in Treviso di una banale iscrizione latina (Corpus Inscript. Latin., V,nr. 2116): l'A. ne scrisse ripetutamente a Giuseppe Gennari, poi la pubblicò nella Lettera sopra un'antica lapida di Trivigi, in Nuova raccolta d'opuscoli…vol. X, 1761; questa pubblicazione suscitò una polemica infuocata con repliche e controrepliche anche anonime (Nuova raccolta d'opuscoli... vol. X,1763; XI, 1764; XIII, 1765, e in due opuscoli rimasti inediti dell'A.: Raccolta di lapidarie iscrizioni spettanti a Trivigi illustrate e Osservazioni e giunte sopra il marmo trivigiano dei seviri),in cui l'A. ebbe per avversari il Lazzari e Giovanni Bianchi (Ianus Plancus), mentre riproponevano alcuni motivi della disputa le Novelle letterarie del Lami (1769, coll. 633-667), le inedite Giunte e correzioni all'Esame delle recenti pretensioni di Asolo... e infine le Considerazioni sopra le prime notizie di Trevigi contenute negli scrittori e nei marmi antichi, edite postume da G. Pugheri (Treviso 1840). In quest'ultima opera sono anche alcune iscrizioni latine del territorio di Treviso (altre ne aggiunse lo stesso Puglieri), che il Mommsen sfruttò per il citato V vol. del Corpus Inscriptionum Latinarum,pp. 201 ss.: ma il Mommsen, che pure consultò altre schede dell'A. nella Capitolare, ne trasse scarso profitto.
Copiosissimo è l'epistolario dell'A.: nella Capitolare si trovano tuttora 14 voll. di lettere dirette all'A. dai suoi corrispondenti, ma le lettere dell'A. sono per la massima parte disperse fuori di Treviso, tranne l'intera raccolta delle lettere a F. Benaglio che si conserva nella Bibl. comunale di Treviso (ms. 563). Qualche saggio di questi carteggi è edito; più interessante è il Carteggio inedito dell'A. e del Tiraboschi,a cura di A. Serena, in Atti del R. Ist. veneto di scienze, lettere e arti, t. XCV (1935-36), pp. 463-497. Tra i corrispondenti dell'A. (quasi un centinaio), oltre al Tiraboschi, che professò sempre alta stima per l'A : e che anzi mise spesso a frutto le osservazioni di lui nelle più recenti edizioni della Storia della letteratura italiana,si ricordano L. A. Muratori, G. C. Amaduzzi, A. Abati Olivieri, il cardinale G. Garampi.
Bibl.: G. Tiraboschi, Elogio storico di Rambaldo de' conti Azzoni Avogaro..., Bassano 1791; Treviso, Bibl. Comunale, F. S. Fapanni, Notizie degli scrittori e degli uomini illustri che fiorirono nell'antico territorio trevigiano...,ms. nr. 1354, I, pp. 429-449; A. Serena, Di uno zibaldone dell'A., in Coltura e Lavoro,Treviso 1907, n. 8; A. A. Michieli, Vicende e tregende di una biblioteca trivigiana,in Atti d. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, CX (1951-52), pp. 175-194; Id., Per una bibliografia trivigiana, ibid., CXIV (1955-56), pp.47-49.