avventuroso
. Ha una sola attestazione, in Cv IV XXVII 18 Mostra [Ovidio] che [Eaco] fosse largo, quando disse a Cefalo dopo la dimanda de lo aiuto: " O Atene, non domandate a me aiutorio, ma toglietevelo... forze non ci menomano, anzi ne sono a noi di soperchio; e lo avversario è grande, e lo tempo da dare è, bene avventuroso e sanza escusa ". Sull'autorità di Ovidio (Met. VII 507-511) D. cita l'esempio di Eaco, signore di Egina, che nella sua vecchiaia possedeva le quattro virtù che convengono a quella età. La parafrasi dantesca non corrisponde esattamente al testo ovidiano; tuttavia il significato di a. risulta chiaro. Esso, infatti, traduce il latino felix e vale " favorevole ", " propizio ".
Il vocabolo, specie nel significato di " fortunato ", è largamente attestato nella prosa e nella lirica due-trecentesca (v. per es. i glossari di Monaci, Crestomazia; Panvini, Rime; Chiaro Davanzati, Rime, a c. di A. Menichetti).