AVVIAMENTO (fr. achalandage)
Giuridicamente, l'avviamento è quella possibilità di lucri futuri che un'azienda ha in relazione a cause svariate, quali la bontà dell'organizzazione interna, le qualità personalí del titolare, la réclame esercitata, la notorietà dei suoi segni distintivi, ecc. Dai giuristi, l'avviamento fu a lungo considerato come un bene a sé stante, un elemento immateriale dei tanti che entrano a costituire l'azienda (Vivante, Navarrini): più recentemente si è rilevato come l'avviamento, forza che agisce entro l'azienda e praticamente da essa non disgiungibile, sia da considerarsi una qualità dell'azienda invece che un'entità autonoma o un elemento immateriale a sé (Carnelutti). In base per altro ad un'analisi degli svariati elementi obiettivi materiali o immateriali non solo, ma anche personali (qualità personali del titolare dell'azienda) da cui l'avviamento deriva, pare giustificata, dal punto di vista giuridico, una distinzione analoga a quella che esiste nella terminologia francese (e purtroppo non è sfruttata neanche dalla dottrina francese) tra clientèle e achalandage, cioè tra avviamento reale od obiettivo, concepibile come qualità dell'azienda, compreso e garantito dal diritto reale che il proprietario ha sull'azienda, e avviamento personale o subiettivo, derivante dalla personalità stessa del commerciante, che non può come tale essere obietto di diritto (M. Rotondi, in La Corte di Cassazione, 1926, c. 531).
Secondo che si concepisca l'avviamento come elemento a sé stante, come qualità dell'azienda, o come effetto in parte di qualità proprie degli elementi obiettivi, in parte delle qualità del titolare, mutano naturalmente gli effetti nei suoi confronti dei negozî giuridici che abbiano per oggetto l'azienda, e soprattutto della vendita e della locazione.
Per la tutela dell'avviamento derivante dall'esercizio di attività commerciale entro l'immobile altrui, rispetto al proprietario dell'immobile, v. proprietà commerciale.
Bibl.: F. Carnelutti, Valore giuridico della nozione dell'azienda commerciale in Rivista di dir. comm., 1924, p. 156; M. Rotondi, in Rivista di diritto commerciale, Milano 1928-1929; C. Vivante, La proprietà commerciale della clientela, in Rivista di diritto commerciale, p. 493 segg.