avvisare
. Verbo transitivo, con il significato proprio di " guardare attentamente ", " osservare ", " esaminare "; frequente nella lingua due-trecentesca (v. per es. Chiaro Amore, io non mi doglio 43, Un sol si vede 8, Amico proveduto 10), è testimoniato in Pg X 71 I' mossi i piè del loco dov'io stava, / per avvisar da presso un'altra istoria; Pd XXIII 90 tutto mi ristrinse / l'animo ad avvisar lo maggior foto. Significa " scorgere ", in Fiore XII 3 e CCXXIII 5; più precisamente " trascegliere con la vista ", in If XVI 23 avvisando lor presa e lor vantaggio, e XXIV 28 avvisava un'altra scheggia. In Cv IV XXII 2 male può ire a questa dolcezza chi prima non l'avvisa, vale " conoscere la natura, l'essenza " di una cosa. In Fiore CLXVIII 3 si de' ben la femina avvisare / d'assegnar a ciascun la sua giornata, vale " proporsi " o " fare attenzione "; nei casi di CXLV 8 Or vo' consigliar te... / che sie avvisata, / che non facessi sì come fec'io, e CLXVIII 12 convien che ciascuna avvisata / sia, sì che pover rimanga il dolente, il valore verbale dell'espressione (" sia messa in guardia ") sconfina in quello aggettivale del participio, che varrebbe quindi " accorta " (Petronio).
Il passo di Pg XIX 84 nel parlare avvisai l'altro nascosto, ha diviso i commentatori in due gruppi opposti; la maggior parte dei moderni, e Benvenuto e il Serravalle fra gli antichi, intendono: seguendo la direzione della voce, D. riesce a individuare l'interlocutore, di cui non gli è possibile vedere il volto, e quindi la bocca (l'altro, cioè l'altra parte del corpo, rispetto al dorso), perché gli avari penitenti giacciono bocconi al suolo. Questa interpretazione è autorevolmente sostenuta dal Barbi (in " Bull. " XII [1905] 277, poi in Problemi I 228, e " Bull. " XXV [1918] 63). Buti, Landino, Vellutello, Daniello, Venturi, Lombardi, Cesari, Tommaseo, Torraca, Momigliano (che difende con molto calore la propria tesi), Porena e Sapegno pensano che D. deducesse dalle parole udite pronunciare (vv. 79-81) che colui che parlava, Adriano V, ignorava che egli era ancora vivo, o che egli non doveva scontare la pena in quel girone, o infine la sua identità.
In Fiore CCVIII 2 avvisa un colpo ismisurato, il verbo significa " assestare " (avendo preso di mira).