avviso
. Probabilmente derivato del francese avis (francese antico à vis), si legge nella Commedia e nel Fiore, sempre sotto forma di locuzione, o in espressione fraseologica: per mio avviso (Pg XIII 41), quanto a mio avviso (XXIX 80; v. oltre), " secondo la mia opinione ", " a mio parere ", " per quello che posso giudicare "; m'era avviso / che così fosse (If XXVI 50, dove è possibile anche la lezione m'era viso), " avevo l'impressione "; 'l tacer mi' fu avviso 'l peggio (XXVII 107), " mi parve ", " mi sembrò "; ciò' vi fi' avviso (Fiore CLXXXIII 10), " vi sia avvertimento ", " vi sia chiaro ", " di ciò siate certi "; 'l villan si venia rendendo, / ch'avviso gli era ched egli affogava (CCVIII 12), " si accorgeva ". Nel solenne esordio di Beatrice, in Pd VII 19 Secondo mio infallibile avviso, la parola è sentita in una sfumatura semantica più pregnante, rafforzata dall'aggettivo: qui non è titubanza, ma netta affermazione, non cauta " opinione ", ma saldo " convincimento ". Le diverse locuzioni sono ampiamente testimoniate nella lingua del Due-Trecento: v. per es. glossario di Panvini, Rime, e di Chiaro Davanzati Rime, a c. di A. Menichetti.
In Detto 186 ha piacente avviso, è sicuramente " aspetto ", " vista ", benché la parola non sia documentata in tale accezione. Si rifanno a questo significato più strettamente etimologico del vocabolo anche il Sapegno e il Mattalia, i quali interpretano il passo di Pg XXIX 80 " per quanto posso giudicare a occhio ", " secondo il calcolo a vista ".