azione inotropa positiva
Incremento della forza di contrazione cardiaca, normalmente regolato dall’organismo tramite il sistema nervoso simpatico. In risposta a diversi fattori, per es., lo sforzo fisico, l’organismo può aver bisogno di maggiore ossigenazione: la maggior forza di contrazione cardiaca aumenta la quantità di sangue espulso a ogni battito, facendo divenire più rapida la circolazione e quindi incrementando l’ossigenazione del sangue. La farmacologia utilizza principalmente tre categorie di sostanze con azione inotropa positiva, solitamente per ovviare a scompensi cardiaci che rendono necessario l’aumento della contrattilità del miocardio. La prima categoria è quella dei glucosidi digitalici, il cui nome deriva dalla pianta Digitalis purpurea, nota e utilizzata nella farmacopea sin dal XVIII secolo. Queste molecole agiscono sulla concentrazione di elettroliti sui due lati delle membrane cellulari delle fibre muscolari del miocardio, e in particolare del calcio, del sodio e del potassio, regolate dalla cosiddetta pompa sodio-potassio (Na/K ATPasi). È soprattutto la concentrazione di calcio libero all’interno della cellula, incrementata dall’assunzione dei digitalici, a interferire con i meccanismi di interazione tra miosina e actina, che di fatto regolano la contrazione muscolare. La seconda categoria di sostanze comprende le molecole capaci di interferire con i meccanismi d’azione delle catecolamine endogene (principalmente la noradrenalina) che interagiscono con i recettori adrenergici del miocardio. Appartengono a questa categoria, tra le altre, l’adrenalina, la dopamina, l’isoproterenolo. Queste sostanze hanno maggiore efficacia e rapidità di azione rispetto ai glucosidi digitalici, e agiscono attivando l’adenilicociclasi, con conseguente aumento dell’AMP ciclico all’interno della cellula. Ciò influenza a sua volta la gestione del calcio intracellulare e quindi la capacità di contrazione muscolare. Sulla disponibilità dell’AMP ciclico intracellulare agiscono anche altri farmaci di recente introduzione e notevole efficacia, come l’amrinone e il milrinone, che inibiscono la fosfodiesterasi. In ultima analisi, anche queste molecole hanno l’effetto di aumentare il calcio libero interno alla cellula miocardica.