AZULEJO (plur. azulejos)
Voce spagnola che indica una piastrella di terracotta maiolicata, talora anche soltanto verniciata, di forma per lo più quadrata, anche rettangolare, esagonale, ottagonale, usata per pavimentazione o per ornar pareti, specie nello zoccolo. Da questo uso proviene il proverbio spagnolo: Nunca arás casa con azulejos, non avrai mai case adorne di azulejos, cioè non diverrai mai ricco. Se ne hanno a superficie piana e colorata, o con lavori impressi o rilevati, d'un solo colore o di più, i quali, se di stile arabo, imitano gl'intrecci geometrici degli alicatados (formati da piccoli pezzi di ceramica smaltata detti aliceres), a guisa d'un musaico ceramico che imitasse l'opus sectile dei Romani. Da ciò l'ipotesi che gli azulejos sostituissero per economia gli alicatados, i cui primi esempî sembrano del sec. XIII. In arabo si chiamano ambedue con la voce almafassa (al-mufaṣṣaṣ, opera di commesso), ma i due tipi sono inconfondibili. I primi azulejos spagnoli (sec. XIII), imitando gli alicatados, hanno le linee di divisione in leggiero rilievo per contenere gli smalti dei varî colori (bianchi, verdi, turchini, neri, gialli, ecc.) nei loro scomparti. Un esempio celebre è dato dai rivestimenti di talune sale dell'Alhambra (sec. XIV). Al sec. XIV appartiene anche una classe speciale di piastrelle andaluse con decorazione a lustro metallico (v. maiolica). Nel sec. XV cominciò: a) il processo di decorazione a cuerda seca, in cui la linea del disegno, impressa per mezzo d'uno stampo sulla piastrella non ancora cotta, veniva segnata in manganese mescolato con una sostanza grassa, per impedire che gli smalti si mescolassero durante la cottura; b) il processo a cuenca o a stampo, in cui gli ornati erano più bassi delle linee di contorno. Come stile, i più antichi azulejos furono a soggetto araldico o di tipo moresco (mudéjar); i più recenti, ispirati a motivi del Rinascimento. I centri di produzione più noti sono Siviglia col suo sobborgo Triana, e Toledo. Ma ve ne sono anche di prodotti nell'Africa musulmana (Marocco). Per le piastrelle valenzane (rejolas) di arte maurogotica anche a riflessi metallici e per quelle spagnole policrome d'imitazione italiana (pisa), v. maiolica. La parola si trova nell'arabo di Spagna e dell'Africa settentrionale nella forma zulleiǵ (dialettalmente anche zīls), con l'articolo: az-zulleiǵ, che generalmente si fa derivare da azul "azzurro". A questa etimologia si è obbiettato che questo colore non appare che tardi nella decorazione ceramica occidentale; e poiché l'impiego della ceramica nella decorazione è d'origine orientale, anche il nome azulejo dovette essere importato.
Bibl.: J. Gestoso y Pérez, Historia de los barros vidriados sevillanos, Siviglia 1903; J. Font y Gumà, Rajolas valencianas y catalanas, Barcellona 1905; G. J. de Osma, Azulejos sevillanos del siglo XIII, Madrid 1909; G. Audisio, La marqueterie de terre émaillée dans l'art musulman d'occident, Algeri 1926; Seco de Lucena, Los mosaicos de la Alhambra, in Faenza, X (1922), p. 54; id., La Alhambra, Granada 1927; G. Migeon, Manuel d'art musulman, II, 2ª ed., Parigi 1927.