AZZONE o Azzo dei Porci
Giureconsulto, nato nel 1230 a Bologna o a Casalmaggiore, uno tra i più famosi del periodo dei glossatori. Discepolo di Giovanni Bassiano, fu ingegno equilibrato e robusto: sebbene non percorresse, come il maestro, tutti i campi del diritto, ebbe tuttavia più acuto il senso giuridico, penetrando sicuro nelle questioni più ardue. Come scrittore, ebbe straordinaria fortuna; le sue opere restarono per lunghi secoli il manuale preferito per gli studiosi e per i pratici, tanto che ne venne il detto: "Chi non ha Azzo non vada a palazzo". Non tutti i suoi lavori sono pubblicati: nei manoscritti si trovano commenti al Codice e al Digesto, tratti dalle sue lezioni; celebri furono le Quaestiones Sabbatinae e i Brocarda o proverbî giuridici, sulla falsariga di quelli di Ottone Pavese. La principale sua fatica fu la Summa del Codice e delle Istituzioni; le due parti, nel suo concetto, dovevano integrarsi a vicenda.
Molte edizioni si fecero delle sue opere; al sec. XV risalgono, oltre a un'edizione senza data, quelle di Spira 1482, Pavia 1484 e 89, Venezia 1492 (due) e 1498, Ulma 1499; seguono le edizioni di Parigi 1571, Venezia 1572, Basilea 1572 e 1593, Lione 1593.
Bibl.: C. F. Savigny, Geschichte des römischen Rechts im Mittelalter, 2ª ed., Heidelberg 1834-1851, passim; V. Langlois, La somme d'Azzo, in Mél. d'archéol. et d'hist., 1885; E. Landsberg, Die "Quaestiones" des Azo, Friburgo in B. 1888; L. Chiappelli e L. Zdekauer, Un consulto d'Azzone dell'anno 1205, Pistoia 1888.