B. -
È la seconda lettera dell'alfabeto romano, donde proviene il suo nome (bi in italiano, be in quasi tutte le altre lingue europee: in latino esso sonava be) e la sua forma in tutte le scritture derivate dal latino. La B latina deriva a sua volta dalla B greca (bēta), che riproduce la beth fenicia. Questa, nella sua forma più antica &mis3;w, sembra rappresentare in forma schematica, secondo il principio dell'acrofonia (v. alfabeto, 11), una tenda beduina triangolare con la sua via di accesso: bēth, che più tardi in fenicio e in altre lingue semitiche ha il significato di "casa", sembra aver avuto in origine quello di "ricovero notturno" e quindi di "tenda" (se ne trova traccia nell'arabo). Dalla lettera fenicia, mutata la direzione verso destra e resane simmetrica la figura secondo la tendenza generale della scrittura greca, derivano le varie forme degli alfabeti greco-italici, mentre a un ulteriore sviluppo nel seno delle scritture semitiche sono dovute le forme del fenicio più tardo e del punico, degli alfabeti aramaici, dell'arabo, forse dell'arabo meridionale e dell'etiopico (v. alfabeto, id.).
Dalla B maiuscola dell'alfabeto latino si svolgono la capitale rustica, la corsiva, l'onciale, e le forme di minuscola variamente usate, secondo i tempi e i luoghi, attraverso il Medioevo, fino alle forme moderne. Dalla B maiuscola dell'alfabeto greco si svolgono le varie forme di minuscola (β della scrittura tipografica odierna) e i corrispondenti caratteri degli alfabeti di derivazione greca.
Fonetica. - Foneticamente, la b è un'esplosiva bilabiale sonora. In varie lingue essa manifesta la tendenza a passare alla fase spirante corrispondente, giungendo fino alla labiodentale spirante (la v dell'italiano): esempio del primo caso è lo spagnolo, del secondo il greco moderno, il quale pertanto ha dovuto, per rendere il suono di b esplosiva nelle parole d'importazione straniera, introdurre il nesso μπ (p. es. μπάρμπας, barbas "zio"). Un fenomeno analogo si osserva nell'aramaico e nell'ebraico. Dal passaggio fonetico del greco si spiega il valore di v assunto dalla B nell'alfabeto cirillico e negli altri alfabeti slavi da esso derivati, e l'introduzione d'un nuovo carattere (b), modificazione della forma originaria, per riprodurre il suono esplosivo. Distinta tanto dall'esplosiva quanto dalla spirante è l'aspirata bh, che si riscontra, p. es., nel sanscrito e nell'iranico. Per le sorti della b primitiva in diverse lingue, v. indoeuropee, lingue, e le voci dedicate agli altri gruppi linguistici.
Numerazione. - Tanto nel sistema semitico di numerazione alfabetica (ebraico, siriaco, arabo) quanto in quello greco, la b assume il valore di 2 (β′) e nella serie delle migliaia quello di 2000 (′β); BM, MB o Mβ = 2 miriadi (20.000).
Musica. - La lettera B indicò, nell'antichità latina e medievale, e ancor oggi in Germania e in Inghilterra, il suono che i popoli latini chiamano si. Ebbe forma quadrata (donde l'espressione b quadratum o b durum) quando rappresentò il si naturale; ebbe forma rotonda (e ne venne l'espressione b rotundum o b molle) quando rappresentò il suono si abbassato di un semitono. Per il suo uso nella scala generale dell'epoca guidoniana (sec. XI), v. alfabeto musicale. Poco dopo l'epoca guidoniana e poi durante lo spazio di non pochi secoli, il B fu accompagnato dalla sillaba mi quando indicò il si naturale e dalla sillaba fa quando indicò il si bemolle (Bmi, Bfa). Oggi le espressioni Bmi, Bfa sono del tutto fuori d'uso. Per le espressioni bemolle e bequadro v. le voci relative.
Matematica. - In matematica la funzione B (beta maiuscola) indica l'integrale Euleriano di prima specie (v. funzioni notevoli).
Chimica. - La B è il simbolo chimico del Boro. Anticamente designava il mercurio.
Calendario. - La B è la seconda delle lettere domenicali, negli anni in cui la prima domenica cade il 2 gennaio (v. calendario).
Simbolismo - La B si usa ad indicare il secondo elemento di una serie. Sulle monete francesi la B indicava quelle uscite dalla zecca di Rouen; due B, quelle della zecca di Strasburgo.