BA‛ALSHAMĪN ("signore del cielo")
N Divinità semitica il cui culto, attestato nella regione siriana già nel II millennio a. C., si diffuse a partire dal V sec. a. C., specialmente fra i coloni punici e le tribù arabe dei Nabatei e dei Palmireni. Presso questi ultimi, B. godette di particolare favore, specialmente sotto l'aspetto del "dio senza nome", chiamato spesso "signore del mondo", la cui identificazione con B. è ormai sicura. B. è chiamato nelle iscrizioni greche Ζεὺς μέγιστος κεραύνιος e viene rappresentato con in mano una folgore o alcune spighe di grano: attributi della tempesta e della fertilità della terra che erano proprî del dio Hadad col quale B. fu identificato dai Palmireni.
Generalmente B., o "dio senza nome", non viene rappresentato solo, ma in compagnia di altre due figure che lo fiancheggiano, Aglibōl e Malakbēl, divinità astrali: la prima lunare, la seconda solare. Queste divinità formano una triade (analogamente a quanto avviene con Bēl) che compare in diversi monumenti figurati; in un affresco di Dura Europos l'identificazione delle tre divinità rappresentate con la triade palmirena è probabile; sicura comunque e in un bel rilievo, databile al I sec. d. C., conservato al Louvre; ivi compaiono tre figure maschili in abito militare, secondo l'uso palmireno di raffigurare le divinità con abbigliamento guerresco di tipo ellenistico o romano; esse indossano una corazza a scaglie ed hanno al fianco una spada tenuta per l'elsa dalla mano sinistra, con gesto comune a tutte e tre; il braccio destro, che probabilmente sporgeva in avanti con la mano impugnante una lancia, è mancante. Le figure laterali hanno intorno al capo rispettivamente una raggiera (Malakbēl) e una raggiera con la mezzaluna sovrapposta (Aglibōl); la divinità centrale, in cui è da ravvisare B., a differenza delle altre due è barbata ed ha i capelli lunghi e lisci; una specie di nastro le sporge simmetricamente ai lati del capo. Come le altre divinità palmirene, B. veniva raffigurato anche mediante uno dei suoi simboli, generalmente una mano che stringe la folgore o alcune spighe di grano. A B. era dedicato un tempio che, quantunque non ancora scavato sistematicamente, appare come uno dei più importanti di Palmira. Costruito all'incirca verso la metà del I sec. d. C., fu terminato verso il 130-131; il tempio è prostilo, con una cella quasi quadrata munita di finestre; e finestre, fiancheggiate da pilastri, si aprono pure nelle facciate.
Bibl.: J.-G. Février, La religion des Palmyréniens, Parigi 1931, pp. 103 ss. e 120 ss.; H. Seyrig, Le culte de Bêl et de B., in Syria, XIV, 1933, pp. 246-252; O. Eissfeldt, Tempel und Kulte syrischer Städte in hellenistisch-römischer Zeit, Lipsia 1941, p. 79 ss. e 90 ss.; H. Seyrig, Nouveaux monuments palmyréniens de B., in Syria, XXVI, 1949, pp. 29-35; J. Starcky, Palmyre, Parigi 1952, p. 98 ss.