Baader, Franz Xaver Benedict, von
Filosofo (Monaco 1765 - ivi 1841). Dopo il dottorato in medicina, fu indotto dai prediletti studi di chimica e di mineralogia alla professione di direttore di miniere. Fallito un suo tentativo di fondare a Pietroburgo un’accademia cristiana delle scienze, che avrebbe dovuto promuovere e diffondere il vero senso della religione in opposizione a quello dei gesuiti e, d’altro lato, allo spirito enciclopedistico, nel 1826 fu chiamato a insegnare a Monaco come professore onorario di teologia e filosofia speculativa e si distinse per la sua polemica contro la politica della Chiesa cattolica; tuttavia, prima di morire, ritrattò tutte le sue dottrine anticattoliche. Rifiutando l’intepretazione meccanicistica della fisica newtoniana proposta da Kant nel 1786, B. si rifà alla tradizione achimistico-neoplatonica e alla sua concezione della natura come rivestimento essoterico di forze esoteriche, per interpretare su queste basi i fenomeni magnetici, elettrici e fisici. Suoi autori preferiti, oltre agli antichi teologi cristiani, sono i mistici medievali e moderni: Eckhart, Böhme, L.-C. Saint-Martin. E del pensiero religioso B. assume anzitutto la tesi fondamentale della personalità dell’ente divino; personalità distinta da quella umana, e tale che quest’ultima ne dipende sia nella sfera teoretica sia in quella pratica. Non solo l’azione umana è un riflesso dell’attività divina, ma lo stesso sapere è nient’altro che una conscientia della scientia di Dio, nella quale la consapevolezza delle cose coincide col riconoscimento della loro appartenenza a un sapere superiore. Immagine della divinità, l’uomo, nelle analogie della sua natura, ne rende possibile la conoscenza (e la stessa rivelazione divina, in tal modo, si manifesta in ogni rappresentazione religiosa, presso i popoli più diversi); mentre, d’altro lato, oggetto dell’atto creativo di Dio, è uno dei momenti tipici del suo esplicarsi. L’uomo è così in certo grado partecipe del processo vitale del divino, che insieme si manifesta nel suo passaggio dall’unità alla trinità. D’altra parte, decaduto l’uomo, in forza del peccato, dalla primitiva vicinanza a Dio, il problema è per lui soprattutto di riconquistare questa vicinanza, riabilitandosi. È appunto verso tal fine che tende tutto lo sforzo del progresso umano, i cui momenti più luminosi non sono che le manifestazioni della provvidenza divina, che viene man mano soccorrendo il mondo nel suo cammino verso la suprema riconciliazione col principio creatore. La filosofia di B., massima espressione del romanticismo cattolico, ebbe notevole influsso su Novalis e su Schelling. Con quest’ultimo e con Jacobi egli condivise la critica al razionalismo dialettico hegeliano, pur respingendo la tendenza panteistica di Schelling a trasferire in Dio «l’oscurità della materia». Tra le sue opere (la raccolta in 16 voll. fu pubblicata post., 1850-60): Beitrage zur dynamischen Philosophie, 1805; Fermenta cognitionis, 1822-25; Vorlesungen uber spekulative Dogmatik, 1827-28.