Payami, Babak
Payami, Babak. ‒ Regista iraniano (n. Teheran 1966). Dopo essersi formato in Canada, P. ha dato un contributo importante, nei primi anni del 21° secolo, al nuovo cinema iraniano, inserendosi con accenti personali nella tendenza tipica di questa cinematografia: la capacità di costruire una drammaturgia del reale sospesa tra immediatezza documentaristica e riflessione sui meccanismi del filmare, accentuandone il lato esistenzial-politico. Fin da Yek rouz bishtar (Un giorno in più), girato nel 1999 e uscito nel 2000, con andamento che guarda alla lezione neorealista, si esplica il 'pedinamento' di un individuo nella difficile realtà sociale. Qui è un uomo che sbarca il lunario con il mercato nero e conduce un amore silenzioso e segreto con una donna incontrata per caso e sola come lui. In Raye makhfi (2001; Il voto è segreto) la cinepresa segue il peregrinare di una donna in un’isola-avamposto militare impegnata, come agente elettorale, nel sollecitare il dovere del voto presso una popolazione di contadini analfabeti. In Sokoote beine do fekr (2003; Silenzio fra due pensieri) lo stile si fa più rarefatto, la realtà esistenziale di una donna, la cui esecuzione si sospende per costringerla a sposare il suo boia, l’ambientazione nel vuoto di un deserto, sono anche l’occasione per meditare, con una svolta metacinematografica, sul progetto di un film non finito. La sospensione del tempo diviene così anche una riflessione sulla potenza del cinema di 'fermare' e 'far continuare' la durata dell’immagine.