baby-bullo
(baby bullo), loc. s.le m. Giovane prepotente e arrogante, dai modi violenti.
• Tutto ha inizio intorno alle 20. I ragazzini, dopo essere saliti su un autobus a via Casilina, lo 055, hanno preso di mira quattro giovani di Palestrina, tutti di 16 anni. «Chi è che vuole fare a botte?», hanno detto i baby bulli alle vittime alquanto sorprese dall’innovativa richiesta. Nessuno di loro, però, ha detto una parola né ha reagito: avevano capito che quei due ragazzini volevano solo provocarli. (Rita Cavallaro, Libero, 12 maggio 2009, p. 55, Roma) • Uno dei colpi che la vittima si è beccato sul volto, forse sferrato con un tirapugni o un altro oggetto metallico, ha fratturato il naso del quattordicenne facendogli perdere i sensi. Il pestaggio, nato forse per vendicare una precedente aggressione a un cugino dei baby bulli, è proseguito fino a quando è arrivata una poliziotta in borghese, fuori servizio, che ha fatto disperdere il gruppo. (Giulia Gentile, Unità, 10 novembre 2011, Bologna, p. VII) • [tit.] Picchiata dalla «baby bulla» per il fidanzatino; dopo i baby-bulli fermati in seguito all’aggressione di un coetaneo, adesso tocca alle ragazzine (Mattino, 1° febbraio 2014, p. 39, Primo Piano).
- Composto dal s. m. e f. e agg. inv. baby, di origine ingl., e dal s. m. bullo.
- Già attestato nell’Unità dell’8 novembre 1994, p. 11, In Italia (Ruggero Farkas).