Baby Doll
(USA 1956, Baby Doll ‒ La bambola viva, bianco e nero, 114m); regia: Elia Kazan; produzione: Elia Kazan per Newtown; sceneggiatura: Tennessee Williams, dai suoi atti unici 27 Wagons Full of Cotton e The Unsatisfactory Supper; fotografia: Boris Kaufman; montaggio: Gene Milford; scenografia: Richard Sylbert, Paul Sylbert; costumi: Anna Hill Johnstone; musica: Kenyon Hopkins.
Nel Sud degli Stati Uniti, il cardatore di cotone Archie Lee Meighan è prossimo al fallimento e vive in una grande casa semivuota, traccia di un'antica opulenza e prova tangibile dell'attuale stato di rovina. Sua moglie è una ragazzina bionda che Archie non ha ancora posseduto: un accordo col padre di lei obbliga l'uomo ad attendere i vent'anni di Baby Doll, prima di poter godere delle gioie molto attese del talamo coniugale. Un vicino di casa, siciliano arricchito e rivale in affari, prende a frequentare la casa e lo spoglio giardino di Archie, rivolgendo a Baby Doll attenzioni insinuanti che la ragazza non sembra sgradire. Archie, costretto al ruolo di voyeur, passa il tempo spiando la moglie che si aggira nel suo pigiamino corto e si succhia il pollice distesa in una vecchia culla, o tentando di usarle violenza mentre è nella vasca da bagno; poi Baby Doll entra nella stanza della culla insieme all'italiano e ne esce con una nuova espressione complice, equivoca. Come impazzito, Archie prova a dar fuoco alla casa del rivale, e viene arrestato; la polizia gli assicura però che il processo farà valere le sue ragioni.
Baby Doll è la versione cinematografica, sceneggiata dallo stesso autore, di due brevi atti unici di Tennessee Williams; dunque una specie di 'testo originario', uno di quei testi rari e benedetti che non appartengono agli adattamenti cinematografici in senso proprio, ma restituiscono piuttosto l'idea trasparente, adamantina, di che cos'è stato il miglior teatro di un'epoca. Il film è un dramma sulle relazioni umane, il cui andamento fa pensare ai movimenti sinuosi di un animale in gabbia: è comico e tragico, divertente e commovente ‒ fino alle lacrime. La storia, affidata ai corpi e al talento del formidabile trio di interpreti (Carroll Baker, Eli Wallach, Karl Malden), acquista una purezza drammatica libera e singolare, più di quanto accada in A Streetcar Named Desire (Un tram che si chiama desiderio, 1951), altro adattamento cinematografico kazaniano di un testo di Williams. Traduzione letteraria che diventa tessuto denso di significati e di grande scrittura cinematografica, Baby Doll riunisce, nelle parole del regista, "la commedia e il significato sociale, la passione e la farsa"; ma "la cinepresa è un microscopio", e nelle immagini realizzate da Boris Kaufman risplende tutto il mistero delle metafore poetiche e dei sogni.
Commedia nera e perfetta espressione della poetica di Tennessee Williams, dunque commedia e dramma sulla condizione umana e sugli assurdi affanni che gli uomini hanno deciso di autoinfliggersi, il film mette in scena un 'contratto di matrimonio' e la sua rottura. Baby Doll è soprattutto un dramma sull'idea del possesso e della proprietà; e la Lolita appena più adulta che si succhia il pollice, ideale sintesi di malizia e ingenuità, è in realtà solo un'intermediaria in un melodramma fin troppo realistico, dove uomini avidi utilizzano ciecamente qualsiasi mezzo in una lotta di reciproca sopraffazione economica. L'ambiente è un Sud sudato, di-scinto, sensuale, sprofondato nella decadenza e nell'arretratezza, escluso dalla corsa al progresso, dove un piccolo centro, un tempo elegante sinonimo d'onore e ospitalità southern, è diventato il paese dell'invidia, dell'imbecillità, della debolezza mentale, minato dal reciproco sospetto. L'ingombrante, prolungata verginità della moglie-bambina funziona come parodia dei film sentimentali dell'epoca e dei primi youth movies più commerciali; ma, in modo in realtà perfettamente comprensibile, fu proprio Baby Doll a suscitare le più fiere proteste della chiesa cattolica americana (e il film doveva diventare infatti, insieme alla rivista "Playboy" e al romanzo Lolita di Nabokov, una delle pietre miliari della rivoluzione sessuale degli anni Sessanta).
Baby Doll resta il miglior film tratto da Tennessee Williams e, accanto a Panic in the Streets (Bandiera gialla, 1950), East of Eden (La valle dell'Eden, 1955), Wild River (Fango sulle stelle, 1960) e America, America (Il ribelle dell'Anatolia, 1963), uno dei punti d'eccellenza della filmografia di Elia Kazan.
Interpreti e personaggi: Carroll Baker (Baby Doll Meighan), Karl Malden (Archie Lee Meighan), Eli Wallach (Silva Vacarro), Mildred Dunnock (zia Rose), Lonny Chapman (Rock), Eades Hogue (capo della polizia), Noah Williamson (vice), Jimmy Williams (sindaco), John Stuart Dudley (dottore), Madeleine Sherwood (infermiera), Will Lester (sceriffo), Rip Torn (Brick).
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Sceneggiatura: Baby Doll, New York 1956.