BACILE
. Grande piatto di metallo a varî usi, soprattutto per lavarsi. La chiesa ha conservato nel suo rito l'uso dei bacili per le abluzioni sacre, abbandonato invece nella vita profana. A tavola, prima e dopo il pasto, per lavarsi le mani, i servi portavano bacili versando l'acqua da un'anfora, da un mesciacqua. Due o tre persone si lavavano le mani nello stesso bacile ed era onorevole lavarsi con un personaggio illustre.
L'uso del bacile a tavola andò scomparendo nell'età moderna: Luigi XlV usava pulirsi le mani con una salvietta inumidita recatagli su un bacile aureo. V'erano nel Medioevo bacili di varie dimensioni e forme, secondo che erano destinati a lavar solo le mani. o a lavar ia testa o a lavar tutto il corpo. Si distinguevano quindi se destinati ad essere messi sul tavolo o sul pavimento. Bacili grandi erano quellì che si tenevano nella sala dei banchetti per lavare il vasellame. Gl'inventarî famigliari e persino i corredi nuziali ricordano spesso i bacili da barbiere, i bacili di forma allungata con anello da appendersi al muro. Il bacile era usato anche in chiesa per raccogliere le offerte dei fedeli. Si facevano di varia materia: di bronzo, di rame, di stagno, di ottone. Diffusissimi quelli di ottone, lavorati specialmente nel sec. XV a Dinant, con ornati, con figurazioni sacre, e fregiati anche nel mezzo con dischi d'argento smaltati o niellati di stemmi del proprietario. Le famiglie ricche, le principesche avevano grande quantità di bacili d'argento, d'argento dorato, smaltati, damascati, a fiori, disegni, figure, stemmi, leggende. Niccolò d'Este nel 1442 aveva 11 bacili d'argento con relativo bronzino; Luigi I d'Angiò (sec. XIV) ne possedeva più di 80. Si ebbero anche bacili d'oro come quello regalato da Sisinanth, re dei Visigoti, a Dagoberto re dei Franchi (sec. VII). L'uso del bacile di metallo fu combattuto nell'età moderna dalla diffusione della porcellana e della maiolica (v. vol. XXI, Tav. CLXVIII).