BAČKOVO
Monastero situato nel Rodope a S-E di Plovdiv, nella Bulgaria meridionale, sulla sponda sinistra del fiume Čepelarska. Fu uno dei più importanti monasteri cristiano-ortodossi, nonché una delle roccaforti dell'ortodossia contro le sette dei pauliciani e dei bogomili insediatesi in Tracia.Il complesso venne fondato nel 1083 dal comandante supremo dell'esercito bizantino in Europa, il gran domestico dell'Occidente Gregorio Bakuriani, un aristocratico d'origine georgiana, che lo consacrò alla Madonna di Petrič. Dal typikón (atto di fondazione) si ricava che originariamente il monastero di B. era riservato solo a monaci georgiani, ma nel Medioevo maturo passò in mano a monaci bizantini e bulgari e, per la sua posizione sul confine con l'impero d'Oriente, poté contare sull'appoggio sia degli zar bulgari sia degli imperatori di Bisanzio.Dell'impianto originario rimangono pochi edifici, che si presentano, per lo più, in forma pesantemente alterata dalle trasformazioni successive. Si sono conservati nell'ala orientale, con le celle dei monaci, elementi della muratura di fondazione e la porta principale, nonché la chiesa degli Arcangeli, parzialmente ristrutturata nel 17° secolo. Quest'ultima, costruita in parte sulle fondamenta di una chiesa del sec. 10°, probabilmente distrutta poco dopo il 1018, ha un impianto a croce cupolata con navata unica e bracci del transetto poco sporgenti. Realizzato sopra un passaggio verso il katholikón, l'edificio era in origine collegato all'ala occidentale delle celle monastiche. Mentre i muri di fondazione della prima costruzione sono realizzati con mattoni alternati a strati di materiale diverso, come nella maggior parte delle chiese coeve della Bulgaria sudoccidentale, il paramento esterno della cupola dell'edificio successivo mostra i caratteri, ormai radicati nella tradizione locale, dello stile pittorico-decorativo del tardo sec. 10°, estraneo a qualsiasi influsso proveniente dalla capitale bizantina.Si sono conservati numerosi frammenti delle pitture originarie, attualmente nascosti sotto uno strato d'intonaco d'epoca posteriore.Diversamente dalla chiesa degli Arcangeli, l'antico katholikón, smantellato nel sec. 16°, presentava i caratteri specifici delle chiese a croce cupolate di tipo monastico georgiano, con cori molto profondi e nartece. Il nuovo edificio che oggi lo sostituisce, consacrato nel 1604, segnò l'inizio di un'ampia campagna di ricostruzioni e ristrutturazioni che interessò, nel corso del sec. 17°, intere zone del complesso monastico (ala sud-est, 1622; refettorio, cucina, muro di cinta, 1626).Dei preziosi arredi del monastero di B. fanno parte: un'icona della Vergine, di provenienza georgiana, ricoperta da una lamina d'argento sbalzata e con iscrizione del 1310; la croce bronzea del primitivo katholikón (1083), oggi collocata sopra la cupola del successivo edificio; infine, un gran numero di oggetti liturgici tardomedievali, fra cui vasi, reliquiari, evangeliari e paramenti sacri, in parte conservati nel tesoro dell'abbazia e in parte a Sofia (Nat. tsarkoven istorikoarheologitcheski mus.).La chiesa-ossario, situata a km. 1 ca. a S-E del monastero, risale al periodo di fondazione del complesso. Essa rientra infatti nel novero degli edifici voluti da Gregorio Bakuriani, che la volle erigere come mausoleo per le sue spoglie mortali. Si tratta di una chiesa doppia a navata unica, costituita da una cripta voltata a botte, con quattordici camere sepolcrali al di sotto del pavimento e un atrio originariamente aperto, e da una chiesa superiore, forse anch'essa voltata, provvista di un nartece aperto che - come l'atrio inferiore - fu tamponato nel 14° secolo. Il paramento esterno dell'edificio, in conci di tufo e mattoni, è articolato da una serie di arcate cieche secondo la tradizione architettonica tipica del primo regno bulgaro, ma tradisce anche influenze derivate dall'ambiente artistico costantinopolitano e dall'Oriente cristiano (Armenia, Siria). Lo attestano sia la tecnica costruttiva mista, poco diffusa nell'architettura della capitale bulgara, sia l'uso stesso delle arcature cieche.Gli affreschi che decorano l'interno, conservatisi in gran parte e attribuiti da un'iscrizione alla mano del georgiano Giovanni, sono chiaramente influenzati dall'arte di corte costantinopolitana e costituiscono una delle poche opere sopravvissute del classicismo comneno del tardo 11° secolo. Programma, temi iconografici e stile presentano tutti i caratteri dell'arte della capitale bizantina nel momento della sua massima fioritura.Sulle pareti della cripta è rappresentato il tema fondamentale del programma iconografico, la Morte e la Risurrezione nel Giudizio universale, svolto in un complesso ciclo suddiviso in singole scene; un ruolo dominante rivestono la Deesis e la Visione di Ezechiele (Ez. 37), rispettivamente nell'abside e nella lunetta occidentale. Sulle pareti della chiesa superiore è rappresentato il ciclo delle Feste, mentre nel nartece compare un'altra Visione di Ezechiele (Ez. 2-3). I ritratti dei fondatori, fra cui quelli di Gregorio Bakuriani e dello zar bulgaro Giovanni Alessandro (1331-1371) sono posti nelle nicchie murate nel 14° secolo.
Bibl.:
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