backwardation
Nel linguaggio finanziario, termine che indica la condizione in cui i prezzi correnti (a pronti) di beni o di altre attività superano il valore atteso dei prezzi futuri (a termine o futures; ➔ pronti contro termine). Riguarda in particolare le relazioni fra prezzi correnti e prezzi futuri di materie prime o derrate agricole (oro, argento, petrolio, rame, grano ecc.). Queste relazioni sono determinate, quando possibile, da relazioni di arbitraggio (➔). In assenza, infatti, di costi (di stoccaggio e magazzinaggio, interessi passivi) e di rendimenti (frutti o dividendi), il prezzo odierno di un certo bene capitalizzato fino alla scadenza del contratto a termine dovrebbe eguagliare il prezzo odierno a termine del bene stesso. In generale, la situazione di b. è influenzata sia da fattori tecnici (il reddito o il costo di detenere l’attività nel lasso di tempo fra il periodo preso in esame e l’epoca futura cui il prezzo a termine si riferisce) sia dagli atteggiamenti verso il rischio degli operatori, che assumono posizioni lunghe (speculatori) o corte (copertura; ➔ short selling; long selling) sul mercato a termine. In condizioni di avversione (➔) al rischio (➔), i venditori a termine accetteranno prezzi a termine inferiori al prezzo atteso a pronti pur di evitare il rischio di un calo dei prezzi. I compratori a termine, invece, accetteranno il rischio solo in presenza di un profitto atteso e, dunque, se il prezzo atteso a pronti per la data futura di regolamento supera il prezzo a termine. Qualora queste motivazioni siano prevalenti su quelle tecniche, si creerà una situazione di b., definita normale (normal b.) da studiosi quali J.M. Keynes e J.R. Hicks. Nel caso in cui il prezzo a pronti è inferiore al valore atteso del prezzo futuro, viene utilizzato il termine contango (➔).