BADOER, Marco, detto di Santa Giustina
Figlio di Marino, procuratore di S. Marco (1223), nacque agli inizi del sec. XIII; sposò Marchesina Ziani, figlia del doge Piero, da cui ebbe i figli Marino, Marco, Ruggero, Giovanni, Badoaro, Andrea, Sibilla e Maria. Nel 1256 era capo dell'esercito della lega contro Ezzelino da Romano.
Il legato del pontefice, pubblicata in S. Marco la crociata contro Ezzelino, nominò il B. suo marescalco e podestà di tutto l'esercito. Con il B. fu inviato Tommaso Giustiniani da S. Pantalon, govematore dell'esercito, del quale era capitano generale Azzo marchese d'Este. Il 20 giugno Marco occupò Padova e, liberata la città, ottenne che Balzanella da Peraga, unica crede della nobile e ricca famiglia padovana, andasse sposa a Marino suo primogenito. Nell'ottobre del 1259 Ezzelino, ferito, morì: il B. conquistò Treviso; Alberico, rinchiusosi in S. Zeno, si arrese il 23 agosto 1260.
Dal 19 ott. 1259 al 6 ag. 1260 il B. fu podestà di Treviso; venne così restaurata nella città la repubblica; con il podestà nel 1259 si trovavano dieci consoli e dodici Anziani. L'opera del B. come podestà di Treviso tese alla smobilitazione della città dal suo assetto di guerra, alla ripresa agricola e molinaria col favore delle leggi e col condono di molti debiti, alla confisca in favore del Comune di tutti i beni di Ezzelino e di Alberico da Romano (16 marzo 1260), all'annullamento di tutte le vendite fatte negli ultimi quindici anni da cittadini del Comune (certamente vendite simulate o strappate a forza dai due tiranni), alle restituzioni delle possessioni dei cittadini fuorusciti per paura di Alberico.
Lasciata la carica di podestà, nel 1261 fu tra gli elettori del Maggior Consiglio e poi fu inviato come ambasciatore a papa Urbano IV, con Egidio Querini, Giacomo Contarini e Andrea Geno.
Scopo della missione era quella di porgere congratulazioni per l'elezione avvenuta, chiedere aiuto per la perdita di Costantinopoli: il papa "maerore stupefactus, de celeri remedio providere per literas duci promittit" (Dandolo, Chronica, p. 311, 11).
Durante la guerra contro Bologna per il diritto di libera navigazione sul Po fu capitano di una flottiglia veneta (1270). I Veneziani mandarono il B. a fortificare il castello di Sant'Alberto di fronte a Primaro, con nove galee. Dopo due mesi durante i quali i Bolognesi riuscirono a fortificare le loro posizioni, il B. tornò a Venezia e venne sostituito da Iacopo Dandolo.
Nell'anno della morte del doge Lorenzo Tiepolo e dell'elezione di Iacopo Contarini, fu costituito uno dei sei "consiglieri e rettori del ducato" (1275). Nel 1278 fece testamento in cui ordinava di essere sepolto in S. Maria dei Frari nella tomba di famiglia. Nello stesso anno fu inviato ambasciatore a papa Nicolò III Orsini in occasione della sua elezione.
Secondo il Dandolo (Chronica,p. 324, 29-34), unica fonte dell'episodio, il B., Andrea Zeno, Guiberto Dandolo, si recarono dal papa per congratularsi con lui, ma questi, indignato per la guerra di Ancona, non li volle ricevere. Mentre i Veneziani stavano già allontanandosi, li richiamò e li riprese aspramente per le devastazioni compiute in Ancona, appartenente alla Chiesa romana e non volle ascoltare le loro scuse.
Consigliere del doge nel 1281 (Verci, III, p. 77), l'anno seguente fu podestà di Chioggia. Poiché i figli attuarono le sue disposizioni testamentarie nel 1288, si presume che sia morto in quello stesso anno. Da non confondere con lui il figlio Marco, detto del Sestrier di S. Marco, che fu nel 1270, 1278, 1297 e 1311 del Maggior Consiglio (Barbaro, f. 28 v).
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. Marciana, cod. Marc. It.,cl. VII,n. 925; M. Barbaro, Genealogie delle famiglie Patrizie venete, I, ff. 28 v, 29r, 32r, 36 v; A. Dandolo, Chronica per extensum descripta, in Rer. Italic. Script., XII,1, 2 ediz., a cura di E. Pastorello, pp. 307, 311, 318, 319, 321, 324, 369; Rolandini Patavini Cronica in factis et circa facta Marchie Trivixane, ibid., VIII, 1, a cura di A. Bonardi, p. 111; La serie dei podestà di Chioggia, Venezia 1767, p. 31; G. B. Verci, Storia della Marca trivigiana e veronese, II, Venezia 1796, pp. 22-24; III, ibid. 1787, p. 77; H. Kretschmayr, Geschichte von Venedig, II, Gotha 1920, pp. 47 S.; S. Romanin, Storia documentata di Venezia, II, Venezia 1854, pp. 260, 297; G. Liberali, Treviso. Gli Statuti del Comune di Treviso, I, Venezia 1950, pp. LI ss.; II, ibid. 1951, pp. IX,12, 101, 113, 195, 292 (per l'opera svolta dal B. come podestà di Treviso).