bagatellizzare
v. tr. Minimizzare, considerare qualcosa come di poco conto.
• Poi ci sono quei numerosi genitori anche molto per bene i quali, quando i figli vandalizzano la scuola, derubano un compagno, fanno razzia in casa di amici o, peggio, assaltano e violentano ‒ magari in gruppo ‒ qualche loro coetanea, corrono in prima fila a giurare, davanti a poliziotti e magistrati, sulla loro totale innocenza o, se questo non è proprio possibile, a sminuirne e bagatellizzarne le imprese. Il mio no, una cosa così non la farebbe mai, non ha bisogno di rubare perché soldi gliene diamo a sufficienza, e comunque è ancora un bambino, non lo si può colpevolizzare, è stato trascinato dagli amici più grandi e più cattivi. (Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della sera, 5 novembre 2010, p. 1, Prima pagina) • Capita di sentirsi stranieri nell’unico Paese in cui noi italiani non siamo in difficoltà con la lingua: l’inglese zoppica ma lo svizzero lo sappiamo alla perfezione, c’è solo da tener presente qualche piccola variazione, per esempio postino si dice buralista, il cellulare è un natel, il gabinetto un destro, minimizzare si dice bagatellizzare, chi ha un capogiro ha un balordone (Michele Brambilla, Stampa, 11 febbraio 2014, p. 9, Primo Piano).
- Derivato dal s. f. bagatella con l’aggiunta del suffisso -izzare.
- Già attestato nella Stampa del 7 maggio 1938, p. 3 (Giuseppe Piazza).